Petrus de Vinea

Epistolarum Libri VI

L’importanza storica e letteraria della collezione di lettere attribuita a Pier della Vigna

La raccolta epistolare tradizionalmente attribuita a Pier della Vigna rappresenta uno dei vertici della cultura politica e letteraria del XIII secolo, oltre a costituire un documento fondamentale per comprendere la costruzione ideologica, amministrativa e retorica della monarchia sveva sotto Federico II. Non si tratta di un "epistolario" personale, ma di una summa organizzata e strutturata — un vero “manuale politico-ideologico” — che raccoglie lettere "ufficiali" prodotte nell’ambito della cancelleria imperiale.

1. Un laboratorio della politica federiciana

La summa offre una testimonianza diretta della visione imperiale di Federico II, delle sue strategie diplomatiche, giuridiche e comunicative. Le lettere mostrano come la cancelleria utilizzi il latino come strumento di governo: attraverso un linguaggio solenne, colto e rigorosamente costruito, il potere imperiale si presenta come fonte del diritto universalmente legittimo.
Esse permettono dunque di ricostruire la macchina amministrativa e ideologica dell’Impero, le sue reti di relazioni con papi, regni europei, comuni italiani, potenze mediterranee, nonché i meccanismi di gestione interna del Regno di Sicilia.

2. Un capolavoro di "Ars dictaminis"

La raccolta epistolare rappresenta anche uno dei prodotti più alti della ars dictaminis medievale. Pier della Vigna — o almeno la tradizione che a lui fa riferimento — rielabora e porta all’estremo gli strumenti della retorica classica e tardoantica, combinando rigore formale, artifici stilistici e una costruzione del periodo di grande raffinatezza.
La summa diviene così un repertorio per scuole notarili e università, un modello imitato per secoli: circola nelle scuole, nei studia, nelle cancellerie, nelle biblioteche europee, influenzando generazioni di notai, intellettuali e letterati.

3. Fortuna, diffusione e influenza

La summa epistolare gode di una straordinaria fortuna manoscritta, che attraversa tutto il Medioevo e giunge fino all’Umanesimo. Le lettere circolano come modelli di scrittura ufficiale, come esempla per l’insegnamento retorico e come testi emblematici dell’arte del buon governo.
Dante stesso (nel canto XIII dell'Inferno), nel riconoscere in Pier della Vigna un simbolo della fedeltà e della tragedia del potere, mostra quanto l’aura intellettuale del logoteta fosse già consolidata nel Trecento.

4. Un oggetto privilegiato per le Digital Humanities

L’articolazione complessa della summa, la presenza di un lessico altamente codificato, il suo carattere di testo politico e retorico al tempo stesso, la rendono particolarmente adatta alle tecnologie digitali:

  • marcatura TEI-XML,

  • identificazione semantica di persone, luoghi e istituzioni,

  • collegamento con Linked Open Data,

  • visualizzazione delle reti diplomatiche e dei modelli retorici.
    Le edizioni digitali moderne, tra cui quella che sta nascendo nel contesto di Tech4You, consentono oggi di restituire in modo nuovo la ricchezza e la complessità di questo corpus.