Formulario di petitioni, responsioni e repplicationi per Astorre II Manfredi, signore di Faenza

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I

date

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Ad illustrem dominum, dominum Astorgium de Manfredis, Faventie principem clementissimum.

summary

Bartolomeo Miniatore dedica la propria opera ad Astorre II Manfredi, signore di Faenza.

bibliography

  • Bologna, Biblioteca Universitaria, 226 (già 272), cc. 2r-3r.

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[2r] Ad illustrem dominum, dominum Astorgium de Manfredis, Faventie principem clementissimum.

1. Egli è buon peçço, magnifico et excelso Signor mio, ch’io, como obsequentissimo deli virtuosi et magnanimi principi, son stato affectionato et devotissimo ala vostra Signoria, et continuamente ho desiderato dimostrare a quella cum quanta cordiale et intrinsica benivolentia io li sia dedito et coniuncto. 2. La quale, cognoscendo io essere ornatissima de ogni singular virtute e peregrino atto et sempre delectarse tra quelle, ho deliberato dedicarli la presente operetta composta per mi neli mei ocii, perché fra [2v] l’altri excellenti signori de Italia la vostra virtù e in cose militare et pacifiche è gloriosa, la quale potrà dare fama et auctorità a questa mia compositione per esservi devoluta. 3. E benché sia mancho elimata che si converia ale cose che dal exquisito vostro iuditio debbano essere provate, pur confidandome nela incredibile vostra benignità so’ stato audace a tanta impresa non mediocre ad ogni excellente ingegno, et segondo la mia facultà son sforçatomi componerve questa operetta et descriverve como si debbia parlare o veramente scrivere a uno principe, a uno signore, o vere a uno summo pontifice, o qualunch’altra persona de che conditione se sia, ala quale vogliamo fare alcuna necessaria petitione overo impetrare alcuna gratia per si o per altrui, o fare alcuna [3r] recommandatione, o cum qualche degno exordio orare e persuadere ad altrui, o del recevuto benefitio rendere le degne gratie. 4. Et, oltra ciò, come ditti signori o principi debbiano cum degno modo porgiere le sue risposte per dimonstrare essere in loro degna clementia et singular iustitia, e per fare i suoi subditi a sé benivoli et affectionati, onde possano aquistare fama, favore, exaltatione et gloria, non ch’io mi persuada che queste gratie siano remote et alienate da voi, ma piutosto familiarissime.

-v- aggiunto in interl.

5. Pertanto, priego la vostra Signoria se degni acceptare la ditta operetta non risguardando la parvità del dono, el quale forsi in tutto non è condegno al’amplitudine di quella, ma al singulare amore et affectionatissimo animo che è in me verso di lei, ala quale, cum ogni fede et sperancia, humilmente sempre me recommando.

Da questo punto il testo prosegue nel marg. dx.

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