Formulario di petitioni, responsioni e repplicationi per Astorre II Manfredi, signore di Faenza
idno
XLVIII
date
title
Petitione al signore di Faença per uno homicida, per liberarlo dala morte etc.
summary
Petizione al signore affinché liberi un omicida dalla condanna capitale, trattandosi, secondo il petitore, di legittima difesa.
bibliography
- Bologna, Biblioteca Universitaria, 226 (già 272), cc. 44r-45v.
teibody
Petitione al signore di
1.
Magnifico et excelso Signore.
2. Bench’io sia certo la Signoria vostra de mi non havere noticia alcuna, nondimeno, intendendo io quella essere tutta be‹ni›gna, clementissima et humana, ho preso fidança ricorrere a quella nelle mie occurrentie per adimandar gratia e pietoso favore non solamente per mi proprio, ma etiamdio per li miei cari e honestissimi amici, sperando che la vostra Signoria debba per la sua consueta e singulare clementia porgere benigna satisfatione ala mia honesta e oportuna petitione.
3. Il perché,[44v] essendo a quisti dì passati asaltato el nobile e prudente huomo 4. E, per tal casone, retrovandosi hora nelle force del vostro potestà per darli pena capitale del comesso homicidio, come se lui fusse cum dolosa e apensata deliberatione gito ala strada per fare un tal delicto, la qual cosa molto me ne incresce e duole, sì per la cordiale e bona amicitia ho cum lui, sì per le sue singularissime et accommodate virtù, sì etiamdio perché me pare che in questo caso li sia fatto expresso torto [45r] e iniqua iustitia, e che, secundo il mio iudicio, non meriti tal punitione, imperhoché la lege sempre per necessità concede l’arme dovere operare a sua diffesa quando per la salute sua bisogna cum la morte altrui salvare la propria vita, e quello che prima havea deliberato comettere tale excesso e che volea ad ogni modo ingiuriare anci uccidere costui essendo lui ponito del suo errore e del suo malvolere, non per tòrre l’offitio suo ala iustitia, ma per diffendere se stesso e mantenere sua vita debba essere decapitato, e per ben fare, portare sì mortal pena, questa mi pare iniqua cosa e contra ogni civil costume e bona usanza, imperhoché ’l giovene ha fatto il debito suo, e colui è degnamente punito, come rechiede ogni iusta e dritta equitate. 5. La qual cosa, considerando cum dritta billanza, e volendo la vostra Signoria in ciò seguire il iusto iuditio, havrà compassione [45v] al fortunato giovene, et quello excusarà dal sopravenuto e novo caso.
6. E pertanto, humilmente per sua parte supplico la prefata vostra excelsa Signoria che voglia per gratia comettere che ’l ditto giovene sia dale carcere liberato e reducto in la sua pristina e quieta libertate.
7. La qual cosa, se dala vostra Signoria serrà di tal gratia degno, quantonque sia iusta et honestissima, nondimeno quella haveremo gratissima e reputaremo per gratia singulare e solo dala Signoria vostra havere la vita, et io cum tutti li amici e parenti soi ne restaremo continuamente ala humanità dela vostra Signoria obligatissimi e sugetti, ala quale sempre humilmente ci racommandiamo.
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notes int