La linea ferroviaria Rocchetta Sant’Antonio - Gioia del Colle

date

1918-09-07

author

Fortunato, Giustino

title

Lettera di Fortunato a Edoardo Pedio

summary

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Napoli, 7 settembre [1918]

Mio egregio e carissimo amico,

questa magnifica Sua lettera di Rapolla di ieri l’altro a notte, che tanto mi esalta e tanto mi commuove, mi fa assai, assai dolore di non averla ancora conosciuto di persona, di non essere quest’anno a Rionero, di non avere ancora una volta riveduta Potenza, a me simpaticissima, - tra l’altro perché la patria di mia ava. Oh ben io son desideroso d’una lunga conversazione con Lei! Ma l’occasione verrà, dovrà pur venire, - e al più preso possibile. Come va che non ci siamo conosciuti finora? Ma la colpa, se colpa è, non è mia! Da oltre un decennio io sono poco men che un muto per la natia mia provincia, che Ettore ed io bene speravamo dovess’essere assai diversa da quella che ancora è e rimane…

Stamane ho risposto ad Ettore, che spero rivedere presto qui in Napoli. Ed a lui ho detto quel che m’è forza ripetere a Lei: sì, ho compiuto il 70º anno (e di cuore La ringrazio degli augurii), e minaccia il solo occhio che mi rimane oscurarmisi…Come pensare a un lavoro storico di tanta difficoltà, come quello che Ettore ed Ella mi suggeriscono? Ho mandato a Trani, ieri l’altro un lavoro, già fatto alcuni anni fa; un de’ miei vecchi studi su la storia locale meridionale. Può e deve credere, che la prima copia sarà per Lei. Se avessi copia de’ miei volumetti di «Notizie storiche su la Valle di Vitalba», gliene manderei subito una. Ma Ettore certo la serba. In uno di quei volumetti è lunga parola di Rapolla, - così come ne’ Monumenti del Monte Vulture del Bertaux, da me editi nella collezione della «Napoli nobilissima», è lunga parola della bizantina Santa Lucia di Rapolla. Tutto è da rifare da noi, così la storia politica, come la storia dell’arte; tutto.

A cominciare, ahimè, della educazione delle anime! Se il Melfese avesse avuto, in questi ultimi 50 anni, un tre o quattro uomini di fede, un tre o quattro Pedio, creda Lei che noi saremmo là dove siamo, e che sarebbero possibili cose ignobili come quelle di Venosa dove de’ così detti «galantuomini», veri mascalzoni, son capaci di rubare su la povera gente, servendosi…della carta bollata ?!? Come vede, io La seguo, e so qualche cosa della eroica fatica da Lei durata…Che Iddio la ricompensi del gran bene che fa in paesi che tanta sete ancor hanno di verità e di virtù!

E. Bertaux, I monumenti medievali della regione del Vulture , Napoli 1887. (ndr)

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