[p. 7] A’ Lettori
L’intentione, che ho (benigni lettori) di gradirvi e giovarvi sempre, con darvi alle stampe frutti diversi di diversi belli ingegni mi cagiona che quando doveria non dormo, ma sto vigilante alla spia di qualche pulito spirito, per raccorne qualche frutto, per donarvelo nel modo che hora vi fo MAGNO, Tragedia del Sig. Dottore Horatio Persio, intorno alla quale Iddio sa quanti stenti ho havuti per haverla nelle mani, essendomi ella stata prima in gran maniera commendata dalli miei amici, che con l'Autore hanno ancora familiarità. E tanto più di tal opera ho havuto più martello per haverla quanto che ho fra me stesso considerato grossamente che la predetta opera non può essere se non buona (come da molti saggi ho inteso) essendo del sudetto autore nepote delli Signori Antonio et Ascanio Persij, persone che il mondo sa quali elle sieno, per li diversi frutti delli loro esquisiti ingegni, che vanno a torno in stampa non senza loro lode immortale. Delli quali essendo nepote il detto Sign. Horatio non può fare che non si sforzi andare immitando i Signori Zij nella dilettatione di diverse belle compositioni, come a punto è la presente Tragedia, alla quale quantunque manchino i chori stasimi, non però l'opera è imperfetta; e tutto ciò per essere all'Autore [p. 8] avvenuti impedimenti che hanno prohibiti l'ultima mano alli detti chori, i quali però non ha voluto publicare. Ma humano lettore leggi la presente opera, che so che mi haverò procacciato gratia appresso di voi con la dilettatione (quantunque lagrimosa) che ne prenderete. E stiate avertiti che appresso spero dell'istesso Autore un'altra bella Tragedia, e Rime diverse, publicarvi non senza gran beneficio vostro, et honor di lui. Et vi bacio le mani, et Iddio vi guardi.
Gio. Battista Sottile