
Pergamene Potenza - Fondo Fusco
date
1363 luglio 22
title
Instrumentum testamenti di Guglielmo de Phelderico de Madio di Potenza
summary
Guglielmo de Phelderico [de Madio] di Potenza ordina il suo testamento con il quale nomina erede il figlio Antonio. Chiede che il suo corpo sia sepolto nella chiesa di San Gerardo, lasciando alla stessa una casa posta nella ‘parrocchia’ della medesima chiesa. Tra gli altri lasciati, vuole che sia venduto un suo bue e che il denaro ricavato sia usato per la campana di San Gerardo e per la riparazione delle chiese potentine di Santa Croce, San Giovanni, San Giacomo e Sant’Andrea. Lascia otto tomoli di orzo a Giovanni e al diacono Comino de Madio, suo fratello. A Bariona di Nicola Russo, erede del defunto Angelo de Madio, lascia una terra sita a Potenza nella contrada Flomaria; a Bartolomuccio Pagliaro una terra sita nella contrada Serra de Anguilla. Istituisce molti altri lasciti in denaro e frumento. Alla moglie Giovanna, in particolare, lascia sei once e panni per due corredi. Infine, nomina suoi esecutori testamentari i preti Andrea di notar Andrea e Nicola de Carruba e la predetta moglie Giovanna.
bibliography
- BSNSP, Diplomatico, pergamene fondo Fusco 25, Potenza, segn. 10-BB-I-21 [A]
- PEDIO, La vita a Potenza dai Normanni agli Aragonesi attraverso una inedita cronaca del sec. XVII ed un inedito codice diplomatico, doc. XXI, p. 148, riprodotto in ID., Potenza dai Normanni agli Aragonesi. Note ed appunti, doc. XXI, p. 41 (regesto)
- FORTUNATO, Badie, feudi e baroni della valle di Vitalba, vol. III, Cartulario e Codice Potentino, p. 336 (regesto)
- SCALISE, La diocesi potentina nel Medioevo: riflessioni su vescovi e patrimonio del clero, pp. 77, 85 (regesto)
phyDesc
Pergamena mm 230x350 in buono stato di conservazione. Macchie brune lasciate dall’umidità sono sparse su tutta la membrana, più accentate in alto e lungo il margine di sinistra.
teibody
† In nomine domini nostri Iesu Cristi, anno eius nativitatis millesimo trecentesimo sexagesimo tertio, regnante domina nostra
Nos
Codice e cartulario Potentino, p. 336, sotto la data del 9 luglio; cfr. PELLETTIERI,
L’edilizia ecclesiastica fino al XIV secolo, p. 35).
Istituzioni ecclesiastiche, p. 304). Secondo il Rendina, la chiesa fu edificata dai coniugi Roberto e Palma tra il 1180 e il 1186 (RENDINA,
Istoria della città di Potenza, ediz. Abbondanza, p. 242; ediz. Villani-Mariano-Caserta, p. 232; PEDIO,
La vita a Potenza dai Normanni agli Aragonesi attraverso una inedita cronaca del sec. XVII ed un inedito codice diplomatico, pp. 153-154, riprodotto in ID.,
Potenza dai Normanni agli Aragonesi. Note ed appunti, pp. 49-50; ID.,
La Basilicata dalla caduta dell’Impero romano agli Angioini, III, La Basilicata normanna, p. 134, nota 11). Nel 1326 il
milesFrancesco
de Stampis, familiare e regio consigliere, fece rogare al notaio Clemente di mastro Santoro di Barletta copia autentica di una lettera del 16 novembre 1325 intitolata a frate Eliano di Villanova, maestro dell'ospedale di San Giovanni Gerosolimitano, che nomina Bertrando
de Malobosco, priore del priorato di Barletta, e il precettore della precettoria di Santo Stefano di Monopoli, luogotenenti e amministratori dei beni che l'ordine possiede nel Regno, per poterli vendere o darli in affitto e poter far quietanza di alcuni debiti dell'Ordine. Chiaramente, se pur non esplicitato, l'Ordine possedeva anche alcuni beni nel territorio di Potenza (ASPZ, fondo San Francesco, perg. n. 3; PEDIO,
Codice e cartulario Potentino, p. 332). La Porta di San Giovanni è menzionata in un contratto di permuta del 1° settembre 1398 (ASDPZ, fondo Trinità, perg. n. 60; PEDIO,
PCodice e cartulario Potentino, p. 340); la chiesa nel testamento del 1363 sopra citato (vedi nota 1) e in un contratto di assegnazione di beni stabili del 14 settembre 1358 (GIGANTI,
Le pergamene dell’archivio arcivescovile di Acerenza secoli XIII-XIV, doc. 11, pp. 135-139). Sull'ospedale di San Giovanni di Potenza si veda ora F. PANARELLI, D. GERARDI,
Fonti per la storia degli ospedali in Basilicata secc. XIII‐XVI: spunti di indagine, in «RiMe. Rivista dell’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea», n. 4I n. s., giugno 2019, pp. 63-82, qui pp. 71-72.
Centri scomparsi in Basilicata, Venosa 1985, p. 51).
Così A, si leggaIohanni.
Così A.
Così A.
Et taliter ego idem
† Ego
† Ego presbiter
† Ego presbiter
† Ego subdiaconus
† Ego subdiaconus
† [Ego …] testis interfui.
de Carrubacanonico potentino, ai preti Andrea di notar Roberto, Andrea Corvo, Leone de Ogerio, e ai diaconi Antonio de Fulderico, figlio di Guglielmo testatore del presente testamento, e a Comino
de Bonopari, sottoscrive un contratto rogato dal notaio Giacomo
de Inganulomediante il quale Antonella, figlia di Nicola
de Robertina, vende al
magisterTaddeo
de Amelinouna macchia sita a Potenza nella contrada Cicinelli, confinante con terre della chiesa di San Luca (Archivio della Badia di Cava de' Tirreni, Arca LXVI, 18; cfr.
I regesti dei documenti della Certosa di Padula 1070-1400, pp. 271-272, n. 720;
Repertorio delle pergamene dell’Archivio Cavense. Periodo angioino: 1266-1442, I, Regesti, p. 308 LXVI, 18; CARLONE,
Le pergamene dei monasteri soppressi nell'Archivio Cavense, p. 127, n. 642).
Pde Carruba, cantore della diocesi di Potenza, morì mel 1378. Lasciò un calice d'argento alla chiesa cattedrale e denaro per sue riparazioni (RENDINA,
Istoria della città di Potenza, ediz. Abbondanza, p. 269; ediz. Villani-Mariano-Caserta, p. 273).
Così A.
Così A
notes alpha
notes int