Pergamene Potenza - Fondo Fusco

date

1420 gennaio 19

title

Apodixa di frate Antonio de Moriconibus, vicario generale dell’ordine di Santo Spirito in Sassia di Roma

summary

Frate Antonio de Moriconibus, cittadino romano, vicario generale dell’ordine di Santo Spirito in Sassia di Roma, dichiara che Francesca di Raimondo, di Potenza, al momento della sua professione come oblata, aveva donato all’ordine di Santo Spirito tutti i suoi beni trattenendo per sé la somma di due once, come si riscontra in un rogito del notaio Tommaso di Potenza, e concede alla predetta Francesca, in presenza dell’arciprete della Trinità, rettore dell’ospedale potentino, e dei frati Pellegrino e Nicola, di vendere un suo bene immobile al prezzo che vorrà, dal quale trattenere le due once a lei spettanti.

bibliography

  • Inserto nel doc. n. 34 [B].

phyDesc

Lorem ipsum dolor sit amet

teibody

Ego frater Antonius de Moriconibus , Romanorum cive, generalis vicarius totius ordinis Sancti Spiritus in Saxo de Urbe reverendo in Cristo patri et domino domino fratri Lolucio de Sancto Helia generali preceptori ac humilis magister hospitalis Sancti Spiritus in Saxo, fratruum et capituli dicti ordinis et cetera.

Antonio de Moriconibus, vicario generale dell’ordine di Santo Spirito in Sassia di Roma nell’anno 1420, non dovette tenere una condotta dignitosa nell’amministrazione dei beni dell’ospedale, visto che quattro anni dopo il capitolo dell’ospedale, su mandato di frate Venturello de Corneto, generale precettore e maestro dell’ospedale, nominò due procuratori per recuperare tutti i beni mobili sottratti in tutto il regno di Sicilia, nelle provincie di Marittima e Campagna, proprio dal de Moriconibus (v. doc. 35). L’ordine religioso di Santo Spirito nacque tra il 1170 e il 1180 dalla confraternita ospedaliera di Guido di Montpellier. Papa Innocenzo III nel 1198 ne riconobbe l’ordine e nel 1204 istituì un ospedale in Sassia a Roma. Nel corso del XIII secolo si diffuse in tutta Europa, organizzandosi in province assoggettate a priorati più importanti. Sull’ospedale di Santo Spirito in Saxia a Roma e sui suoi priorati nell’Italia meridionale, in linea di massima, si rimanda a P. DE ANGELIS, L’Ospedale di Santo Spirito in Saxia. Dalle origini al 1300, (Collana di studi storici sull’Ospedale di Santo Spirito in Saxia e sugli ospedali romani), vol. I, Roma 1960; ID., L’Ospedale di Santo Spirito in Saxia. Dal 1301 al 1500, vol. II, Roma 1962; E. LAVAGNINO, La chiesa di Santo Spirito in Sassia, Roma 1962; L’antico Ospedale di Santo Spirito dell’istituzione papale alla Sanità del terzo millennio, a cura di V. CAPPELLETTI e F. TAGLIARINI, (Atti del convegno internazionale di studi, Roma, 15-17 maggio 2001), 2 voll., Roma 2001-2002; R. Hyacinthe, L’implantation des institutions de charité du royaume de Naples au Moyen Age: nouvelles perspectives de l’histoire de l’assistence, in Hôpitaux et maladreries au Moyen Age: espace et environnement, (Actes du Colloque international d’Amiens-Beauvais, 22-24 novembre 2002), a cura di P.-J. Montaubin, Amiens 2004, pp. 291-310; A. REHBERG, L’Ordine di Santo Spirito e le sue filiali dal medioevo al primo Cinquecento, in Storia di un Priorato dell’Ordine di Santo Spirito: Ospedaletto di Gemona, a cura A. Esposito, A. Rehberg, M. Davide, Udine 2013, pp. 41-68; ID., ‘Nuntii, questuarii, falsarii’. L’ospedale di S. Spirito in Sassia e la raccolta delle elemosine nel periodo avignonese, in «Mélanges de l’École française de Rome. Moyen Âge», 115 (2003), pp. 41-132; F. COLONNA, Innocenzo III e l’Ospedale di Santo Spirito in Saxia, in Atti dell’anno innocenziano per gli 800 anni dalla morte di papa Innocenzo III (1216-2016), a cura di R. Romiti, Rimini 2019, pp. 297-312. Si tratta di frate Lelluzzo da Castel Sant’Elia, succeduto nel 1412 come precettore dell’ospedale di Santo Spirito in Sassia di Roma a frate Corrado da Trevi. Nel 1413 re Ladislao, sostenitore dell’antipapa di Avignone (il 16 ottobre del 1412 aveva riconosciuto Giovanni XXIII come legittimo papa), gli sostituì frate Venturello da Corneto, ma Lelluzzo rimase precettore almeno fino al 1417. Venturello non fu accettato dal capitolo, infatti, nel 1418 fu reimmesso nel suo incarico, ma abbandonò la precettoria, amministrata, come si evince anche dal documento qui edito, dal vicario generale dell’Ordine. Morì a Roma nel giugno del 1422 (cfr. DE ANGELIS, L’Ospedale di Santo Spirito in Saxia. Dal 1301 al 1500, II, pp. 523, 555). Così B, si legga Romanus civis. Così B, si legga, più correttamente, reverendi in Cristo patris et domini domini fratris Lolucii de Sancto Helia generalis preceptoris ac humilis magistri.

Veniens coram me Francisca Raymundi, Potentina cives, oblata Sancti Spiritus, humiliter exposuit quod tempore sue professionis dum obtulit se et bona sua prefato hospitali, reservavit pro se duas uncias carlenorum argenti extrahendas de dictis bonis oblatis, quas duas uncias potest expendere, donare, alienare et facere, prout melius sibi videbitur et placebit, sicut mihi prefato vicario lucide et aperte apparuit et apparet per quodam instrumentum scriptum per manus notarii Thomasii de civitate Potencie. Ego prefatus vicarius perquirens diligenter unde prefate uncie de predictis bonis oblatis essent extrahende, ut minus in preiudicium hospitalis reverteretur personaliter, una cum fratre Peregrino et fratre Nicolao mecum conmorantes, accessi ad videndum bona predicta et inter alia bona vidi unam vineam que fore pervenerit ad ruinam, quapropter habita matura deliberatione, una cum archipresbitero Sancte Trinitatis ac rectore et gubernatoribus hospitalis bonorum ipsorum, cum prefatis fratre Peregrino et fratre Nicolao, dedi ‹et› concessi plenam licentiam et liberam potestatem Francisce Raymundi ut valeat et posset dictam vineam vendere, donare, alienare et facere et dispensare ad suum libitum voluntatis pro quocumque precio vel quantitate et debito ei videbitur et placebit pro satisfactione et receptione predictarum unciarum duarum. Et quod de dicta vendicione conficiantur et fiant unum vel plura instrumenta, prout notario et iudici ac emptori melius videbitur et placebit, pro satisfactione et receptione dictarum unciarum duarum. Et quod de dicta vendicione conficiantur et fiant unum vel plura instrumenta, prout notario et iudici et emptori melius videbitur et placebit.

Così B, si legga civis. Così B, si legga conmorantibus. B ripete ad. Così B, si legga gubernatore. Sulla parola è presente un segno di abbreviazione (lineetta orizzontale curva) superfluo. Sulla parola è presente un segno di abbreviazione (lineetta orizzontale curva) superfluo. B ripete l’espressione Et quod de dicta vendicione~melius videbitur et placebit.

Ad fidem et cautelam supradictorum omnium hanc apodixam seu scripturam scripsi et subscripsi manu mea propria et sigillum maius dictorum domini preceptoris impressione munitum, sub anno Domini millesimo quatrigentesimo vicesimo, tempore domini Martini divina providentia papa .V°., indictione .XIIIe., mensis ianuarii die decimonono, presentibus hiis testibus, videlicet archipresbitero Sancte Trinitatis, fratre Peregrino et fratre Nicolao de Spoleto, testibus ad predicta. Ego frater Antonius de Moriconibus de Roma generalis vicarius ordinis Sancti Spiritus ad fidem omnium supradictorum subscripsi propria manu mea.

Così B, si legga sigilli maioris. Così B, si leggadicti. Così B, si legga munitam. Così B, si legga pape.

notes alpha

    notes int