
Pergamene Potenza - Fondo Fusco
date
142[2, settembre 30]-142[3, luglio 31]
title
Instrumentum donationis di Adriana de Muro, detta Corona, a favore di Colello Nicola de Sublima, di Genzano
summary
La nobildonna Adriana de Muro, detta Corona, figlia del notaio Nicola de Palo e moglie del nobile Giacomo de Moritano, detto Piczamusti, abitante in Genzano, con il consenso dello stesso Giacomo, suo mundualdo, assegna a titolo di donazione a Colello Nicola de Sublima, di Genzano, suo figlio legittimo e naturale nato dal primo matrimonio contratto con Francesco Sublima de Calabra, tutti i suoi beni stabili parafernali posti dentro e fuori la predetta città di Genzano, dettagliatamente elencati.
bibliography
- BSNSP, Diplomatico, pergamene fondo Fusco 25, Potenza, segn. 10-BB-I-29 [A].
- PEDIO, La vita a Potenza dai Normanni agli Aragonesi attraverso una inedita cronaca del sec. XVII ed un inedito codice diplomatico, doc. XXIX, pp. 150-151, riprodotto in ID., Potenza dai Normanni agli Aragonesi. Note ed appunti, doc. XXIX, pp. 43-44, sotto l’anno 1425 (regesto)
- FORTUNATO, Badie, feudi e baroni della valle di Vitalba, vol. III, Cartulario e Codice Potentino, p. 343, sotto l’anno 1425 (regesto)
phyDesc
Pergamena (mm 385x470) in cattivo stato di conservazione. Vistose macchie lasciate dall’umidità sono presenti sulla parte superiore del supporto. La stessa ha causato la putrefazione e la caduta di ampi brani pergamenacei. Sono presenti grossi fori dovuti all’azione di roditori, che intaccano sia lo specchio scrittorio sia il campo compreso tra le sottoscrizioni testimoniali e quello dove è riportata la notitia testium.
teibody
† In Dey nomine, amen. Anno a nativitate ipsius millesimo quatricentesimo vicesimo […], regnante serenissima domina
La Basilicata dalla caduta dell'Impero romano agli Angioini, V, La Basilicata da Roberto a Renato d'Angiò, p. 36 nota 87; M. BATTAGLINO,
Aquilina di Monteserico, con presentazione di F. Panarelli, Venosa 2008, pp. 3-22). Aquilina fece rogare il suo testamento il 14 aprile del 1327 (ivi, pp. 70-95; C. CHERUBINO,
Il testamento di Aquilina Sancia di Monte Serico 1327, Melfi s.d. [ma 1929]), ma morì pochi mesi prima del 27 dicembre del 1335, come si evince da un rogito contenente una dichiarazione rilasciata al notaio da Roberto Sanseverino, conte di Marsico, circa alcuni beni dotali depositati presso la stessa defunta Aquilina, sua nuora (S. SANTERAMO,
Codice Diplomatico Barlettano, Acquapendente 1931, II, doc. 150, pp. 225-226). Ella morì a Barletta, dove sin dal 1332 si era richiusa nel convento di Santa Chiara. Il monastero, che sembrava essere molto florido nel 1345, al punto di richiedere al pontefice che il numero delle monache fosse aumentato, come risulta da una lettera di papa Clemente VI dell'8 agosto di quell'anno (L. WADDING,
Annales minorum seu trium ordinum a S. Francisco Institutorum, Roma 1733, VII, pp. 569-570, n. XCVII), fu demolito nel 1349 e fatto ricostruire dal precitato Roberto Sanseverino su quello preesistente.
Nos
Così A, si leggaducta.
Così A, si leggacoacta.
Così A, si leggabeneficio.
In cuius rey testimonium et tam dicte dompne
† Signum crucis proprie manus
† Ego dompnus
† Signum crucis proprie manus
† Signum crucis proprie manus
† Signum crucis proprie manus
notes alpha
notes int