Denominazione Basilicata

date

1889

author

Ciccotti, Ettore

title

La Basilicata [estratto 5]

bibliography

  • Gazzetta Letteraria, a. XIII, n.20 del 18 maggio 1889, pp. 153-154.

teibody

(Condizioni sociali ed economiche alla vigilia dell’Unità – parte seconda)

Or quando, compiuta la rivoluzione, la Basilicata fu ricongiunta al resto d’Italia, e quel cerchio magico, che da lungo tempo la cingeva tutta, fu rotto, e con la gente e con gli ordini nuovi un alito di vita nuova vi giunse; altri orizzonti si dischiusero, un altro avvenire si credette possibile; e se fossero seguiti allora anni di pace e di calma, assai probabilmente un pronto ed efficace rinnovamento economico e morale avrebbe tenuto dietro al mutamento degli ordini politici. In quello stesso decennio la Basilicata era stata per due volte afflitta da due terribili terremoti, che aveano recata la desolazione in buona parte di essa; pure, come parve meglio appresso, la classe de’ benestanti avea capitali economizzati che avrebbero potuto essere utilmente impiegati.

Una rete di strade che aprisse le comunicazioni tra i vari abitati della provincia e col di fuori; un rinnovamento dell’agricoltura; l’educazione popolare; lo svolgimento di tutte le forze operose e di tutte le potenze del paese – furono cose a cui si guardò anche allora con ogni confidenza; e l’entusiasmo di quegli anni sarebbe stato un lievito potente per recare a frutto que’ propositi. Ma proprio allora uno de’ più gravi sconvolgimenti venne a turbare profondamente la vita economica e morale della regione. Da prima pochi malviventi, sfuggiti in que’ sommovimenti alla pronta azione della giustizia, si costituirono in bande; e poi, ben presto si accostarono a loro soldati sbandati del disciolto esercito borbonico e renitenti di leva e d’ogni altro modo facinorosi. Il numero crebbe tosto, e quello ch’era brigantaggio, prese nome di reazione.

La provincia fu così divisa in due campi, e contro alla società costituita fu levato un vessillo sotto cui si raccolsero quanti non sapeano sommettere i bestiali appetiti alla regola delle leggi; quanti voleano sfuggire la pena di misfatti commessi, o compiere vendette di soprusi immaginari, o realmente sofferti, e tutti, finalmente, gl’illusi e i disillusi, e gli avventurieri e quanti da nuovi tumulti e da nuovi cambiamenti si ripromettevano un avvenire di fortune. Le rappresaglie delle fazioni risorte più feroci in que’ paesi; la giustizia non sempre bene amministrata, e la miseria, necessaria compagna di quello stato di cose, fomentarono il male; e le tristi orde furono ben presto così numerose, balde e forti, che arsero borgate, assaltarono paesi e minacciarono fino il capoluogo.

Così i traffici ed i progressi economici e morali, impediti finora dalla natura de’ luoghi, ebbero un altro impedimento e più grave. Il potere della legge si diminuì: sorse il manutengolismo, favoreggiamento del brigantaggio, a cui taluni si volsero per avidità di subiti guadagni, altri credendo di salvaguardare con sé stessi la roba; le gare municipali, rigermogliate più fiere e cementate da fatti di sangue e di denunzie, partorirono odi inestinguibili, che hanno poi infittito e influiscono ancora sulla vita pubblica del paese; la moralità si abbassò; e, quando alle pressure del brigantaggio si aggiunsero i rigori delle leggi eccezionali, che aprirono l’adito a nuovi abusi, le condizioni del vivere parvero davvero divenute incomportabili.

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