
Denominazione Basilicata
date
1909
author
title
Basilicata e Calabria [estratto 4]
bibliography
- Inchiesta parlamentare sulle condizioni dei contadini nelle provincie meridionali e nella Sicilia, vol. V – "Basilicata e Calabrie", trascrizione 4, Tipografia Nazionale di Giovanni Bertero, Roma 1909, pp. 7-9
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La proprietà fondiaria è assai meno frazionata nelle marine che al monte, dove lo sminuzzamento spesse volte raggiunge limiti tali per cui si può dire diventi impossibile uno sfruttamento remunerativo della terra da parte del proprietario coltivatore. L’azienda enormemente spezzettata importa, cioè, tale spreco d’energie che, valutate equamente, assorbirebbero da sole tutta quanta la produzione, senza lasciare un benché minimo profitto al coltivatore.
La conduzione diretta da parte del proprietario non lavoratore, che è attualmente eccezionalissima al monte, non è rara, e a volte è frequente, nelle marine.
Le varie classi di contadini, in relazione ai contratti di lavoro e ai patti agrari, la piccola proprietà coltivatrice, sono rappresentate in proporzioni differenti nella zona montuosa e alle marine. Spesseggiano al monte i minuscoli proprietari-coltivatori, che sono molte volte, se non sempre, anche fittaiuoli (a canone fisso nel Potentino, a canone parziario nel
Alle marine, più dei minuscoli proprietari-coltivatori, abbondano i giornalieri, che sono nel contempo minuscoli fittaiuoli; sono relativamente numerosi i mesaruoli, gli annaruoli, ossia gli operai agricoli fissi nelle aziende condotte dai proprietari o dai fittuari.
Nelle marine è forte di numero la classe di coloro che sono fittuari piccoli ed anche medi, lavoratori essi stessi, ma che normalmente usufruiscono, in un con la loro, dell’opera di altri, giornalieri, mesaruoli, annaruoli; mentre tale classe è assai esigua, se non mancante, al monte.
Nell’alimentazione di queste varie classi di contadini entrano in larga misura il granoturco e le patate, al monte; dove il pane di grano è riserbato ai periodi di lavoro. Nelle marine hanno larga parte nell’alimentazione le verdure e la frutta; usasi ordinariamente pane di grano tutto l’anno. Come condimento di cibi cotti si usano il lardo e la sugna al monte, l’olio d’ulivo alle marine.
Più esteso è l’uso del peperone forte al monte che alle marine. L’acqua per bere e per gli usi domestici è quasi sempre abbondante e buona al monte, scarsa e cattiva nelle marine.
Le abitazioni sono più spesso interrate, a difesa economica dallo spirare dei forti venti e dal freddo del lungo inverno, nella zona montuosa, che nelle marine. Se si eccettuano le grotte di
Il vestiario conserva ancora molto delle antiche fogge tradizionali in gran parte della zona montuosa; è quello comune, invece, nelle marine. Il contadino della zona montuosa porta panni laceri ma grossi, sia d’estate che d’inverno, a difesa degli sbalzi di temperatura sulle serre disboscate. Nelle marine il contadino veste di cotonina; solo il fittuario di una certa importanza (colono o massarotto), che non è più un vero e proprio contadino per quanto sia sempre un lavoratore, veste panni di lana grossa, a difesa dai raffreddamenti del corpo, che tanto hanno nesso con le febbri malariche, così frequenti.
Oltre la malaria, alle marine è più frequente che non al monte, il tracoma o congiuntivite granulosa, altro flagello non di poco conto. Le affezioni polmonari fanno, è ovvio, più strage al monte che alle marine.
L’istruzione del contadino è maggiore nei paesi delle marine, che non al monte. Nella zona orientale conterminante con la provincia di Bari, si hanno i centri più evoluti di tutta la
L’intelligenza naturale varia da paese a paese, indipendentemente dalle zone.
L’istituto della famiglia è più saldo al monte che nelle marine. Tipica è al monte, per esempio, la famiglia del fittuario aviglianese.
Le organizzazioni economiche e sociali si notano, in embrione, soltanto nei paesi evoluti verso il Barese.
Nella zona montuosa perdura quasi ancora un residuo dell’antico regime feudale.
Il movimento migratorio verso le Americhe ha raggiunto da molti anni una notevolissima intensità nella zona montuosa, come quella che, pure essendo la più povera, era relativamente più popolata.
Nei paesi più evoluti delle marine, la emigrazione transoceanica si è iniziata assai più tardi e si mantiene di intensità molto minore, essendo più armonico il rapporto tra produzione e popolazione.
[…] Tali spiccate differenze si attenuano, è ovvio, tra ciascuna delle estreme zone e quella di mezzo che fa da trait d’union tra le prime due.
Ciò premesso, ci sembra che debba riuscire assai più logico e chiaro il riassunto delle condizioni dell’agricoltura, della proprietà fondiaria e, massime, dei contadini, fatto per zone, anziché per circondari.
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