date

1890

author

Lacava, Michele

title

Città mediterranee della Lucania

bibliography

  • In "La viabilità nella provincia di Basilicata", Garramone e Marchesiello, Potenza 1890, pp. 82-83.

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[…] 6° Nerulo. Nerulum . Corrisponde all’attuale Rotonda. È nota questa munita città per l’assalto, che nel 318 A.C. le diede il Console Emilio Barbulo, quando dalla Puglia venne nella nostra Lucania, Apulia perdomita in Lucanos perrectum. Inde repentino adcentu Aemilii consulis Nerulum vi captum (Tito Livio, capo XII, libro IX).

Doveva essere luogo interessante, se il console romano vi dava tanta importanza.

Sono superstiti di Nerulo notabili avanzi di vecchie fabbriche, e di una rocca sita a breve distanza da Rotonda, e quinvi ancora si sono rinvenuti bellissimi vasi.

Tebe Lucana. Θηβη, Thebae . Questa è la Tebe d’Italia, rammentata da Stefano Bizantino, l’ottava tra le nove città omonime di cui parla nel suo Lessico.

Fu antichissima città. Catone la rammenta come perita ai suoi tempi. Plinio ne parla ancora. Era situata nelle vicinanze di Castelluccio Inf. sulla destra sponda del fiume Lao, ove si scorgono avanzi di opere laterizie, e si sono rinvenuti idoletti di bronzo e di terra cotta, sepolcri, armature, medaglie e vasi di pregio, che ora si trovano in gran parte nel museo di Berlino.

L’Italia nei tempi infausti della sua schiavitù, e della sua divisione ha dovuto contribuire allo straniero anche gli avanzi preziosi della sua antica e splendida civiltà.

Planula. Questa città come si sostiene dal Durante e dal Racioppi Antonio pare che sia stata ove ora sono i così detti Piani di campo vicino a Castel Saraceno e sulla destra sponda della Fiumarella, che scorre tra esso e S. Chirico Raparo. Fu distrutta dai Saraceni, i quali presso il suo sito nocum castrum facerunt ab eorum nomine castrum Saracenum vocatum.

Nel parlare della topografia antica del circondario di Lagonegro non possiamo passare sotto silenzio Sarconi, piccolo paese, mandamento di Moliterno. Il luogo che esso occupa e le sue adiacenze (secondo l’Antonini) furono teatro d’una battaglia tra il Console Tito Sempronio Longo ed Annone Cartaginese, cui vennero uccisi due mila soldati, 280 fatti prigionieri, e tolti 41 vessilli.

In tal modo Roma, la generosa città, che non mai aveva disperato della sorte d’Italia, incominciava a prendere la rivincita contro l’estraneo invasore della nostra patria. […]

Accenniamo in nota del villaggio Mendicolco, e di Semuncla. Pel primo non è convenuto fra gli scrittori ove precisamente sia da riporsi. Il Lombardi è d’avviso che sia stato fra Lauria e Lagonegro, ove ora si rattrova Nemoli. Semuncla, secondo l’itinerario di Antonini era una stazione viaria sulla strada che da Grumento menava a Nerulo. I moderni topografi sostituiscono alla parola Semuncla quella Ad Semnum ossia ad Sirim presso la sorgente del Sinni, e propriamente ove si dice la Serra del Sambuco tra i monti Serino e Raparo.

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