Tutto ciò io volli ricordare, non già per un superfluo ricordo storico, ma perché mi sembra renda più imperioso il dovere dell’Italia di tener la Basilicata al posto del quale per ogni aspetto è degna. Mosso da questi intenti io visitai nelle varie sue parti quasi l’intera Regione.
E la triste eccezionalità delle sue condizioni superò ogni mia aspettativa. Percorsi in più giorni distese di monti, nudi, brulli, senza qualsiasi produzione, senza quasi un filo d’erba e avvallamenti altrettanto improduttivi.
Si correva per ore ed ore senza trovare una casa, ed al desolato silenzio dei monti e delle valli succedeva il piano mortifero dove i fiumi sconfinati scacciarono le colture e, straripando, impaludarono. E vidi ad esempio il letto dell’Agri identificarsi con la valle dell’Agri, e l’acqua vagante non avere quasi corso in quelle sterminate arene.
E se le campagne sono in gran parte deserte e per la malaria pestilenziali, gli abitati a loro volta non sono sicuri. Stigliano che pur torreggia superbo nelle più pure arie a novecento metri sul livello del mare, che ha una popolazione robusta, dove la originale bellezza muliebre fa pensare allaMagna Grecia, Stigliano per frana minaccia di precipitare dal ciglio del monte nell’avvallamento profondo: si vedono sul fianco le case crollate e gli abitanti non stanno mai senza trepidazione. E di frane entrando io nella Basilicata pel territorio di Lagonegro, cominciai a udire spaventosamente a proposito di Lauria, e così via il terribile pericolo trovai ripetuto per molti e molti Comuni e fra gli altri per Montalbano e Salandra, e Pomarico e Pisticci e Barile e Lavello e questa mattina, viaggio facendo, per Avigliano e qui giunto per Campomaggiore, Comuni tutti i quali chiedono che loro sia dato affidamento di esistere. E se la popolazione è malsicura dove giace, non ha in molti luoghi i mezzi civili di muoversi, per le sue condizioni di viabilità. Non parlo neppure dei grandi mezzi di comunicazione, pur tanto desiderati in Basilicata, parlo delle più modeste vie rotabili ordinarie di cui è così estesa la rete in altre Regioni. Sono ventuno i Comuni senza alcuna strada rotabile, la maggior parte nel circondario di Lagonegro, ed alcuni di essi non hanno neppure vie mulattiere e loro servono di strada i letti dei torrenti, sicché in tempo di piogge non vi è modo di andarvi o di uscirne. Se non fosse questo bel tempo, dicevami il sindaco di Armento, non sarei potuto venire qui ad incontrarvi. Siamo venuti io e i miei concittadini, a cavallo ed a piedi. Quando nevica o piove si resta senza comunicazioni e per lunghi giorni non arriva la posta, non si ricevono lettere, né si leggono i giornali.
Fra i Comuni che non hanno strade carreggiabili vi sono anche due capoluoghi di mandamento: Sant'Arcangelo e Noepoli, Noepoli dove in tali condizioni di vie mai praticabili cadde ed ammalò quell’Antonio Rinaldi di cui io oggi vidi la sculta immagine nella sala del vostro Consiglio provinciale; quell’Antonio Rinaldi, profondo giureconsulto, di cui tanto si onorò il vostro foro e che anche del Parlamento fu lume: alla cui memoria pertanto mando il tributo del mio omaggio affettuoso.