Speranze e delusioni del Sud di Scotellaro
Conobbi Rocco Scotellaro nel 1947. Era sindaco a Tricarico, paese della Lucania. Era piccolo di statura, sembrava un bambino. Aveva una testa incoronata di riccioli color rosso e un viso rotondo e infantile, pallido, lentigginoso. Il padre, un calzolaio, era morto quando lui era piccolo. Egli stava con la sorella e la madre. Scriveva poesie. Era amico di Rossi Doria e di Carlo Levi. Nel 1950, seppi che era stato arrestrato. Aveva molti nemici; era stato trovato il modo di farlo incriminare per appropriazione indebita. Egli si era battuto al fianco dei contadini; si era battuto, come dicono oggi i contadini del suo paese, «per il benessere del popolo». Venne assolto con formula piena. Lasciò Tricarico e si trasferì a Portici, a studiare. Morì a Portici, per un infarto, nel dicembre del ’53. Aveva trent’anni. i suoi libri, versi e prose, uscirono postumi. Fu, disse di lui Carlo Levi, il poeta della libertà contadina.
L’uva puttanella è il titolo d’uno dei libri di Scotellaro, uscito da Laterza nel ’55. «Noi contadini del Sud - scriveva Scotellaro – siamo come l’uva puttanella, rifiutata e spremuta». L’uva puttanella è anche il titolo di una trasmissione televisiva, a cura di Gabriele Palmieri, Roberto Sbaffi e Federico Scianò, andata in onda ieri. Sapendo di questa trasmissione, io in verità ne diffidavo. Temevo ci venisse data un’immagine piatta, a agiografica, o retorica. La trasmissione è invece una testimonianza bellissima. I versi di Scotellaro sono ricordati rasentando muri, case, vicoli di Tricarico. Parlano di lui i suoi familiari, i suoi amici, i suoi avversari politici. Parlano contadini vecchi, che lo conobbero, parlano giovani che non lo conobbero mai. Parlano di lui e di loro stessi, con accenti veritieri del tutto insoliti sul piccolo schermo, famoso per rendere la gente anonima, spenta e banale. Qui, speranze e delusioni reali si affollano sotto i nostri occhi, con una vitalità così prepotente che li ascolteremmo all’infinito. Si affollano sotto i nostri occhi problemi passati e problemi attuali: tutto ciò che a Tricarico s’è trasformato, dopo la morte di Scotellaro, e tutto ciò che vi è rimasto identico.
Tricarico è oggi decimato dall’emigrazione. Ma molti fra i giovani, andati a lavorare a Torino, a Milano, in Germania, sono ritornati. Per affetto ai genitori, alcuni dicono, per amore alla propria terra, dicono altri. «Ma il paese continua la sua storia – scrisse Scotellaro – sotto il cielo stellato a foglia a foglia per chi parte, se vuole ritornare».
Natalia Ginzburg