Formulario di petitioni, responsioni e repplicationi per Astorre II Manfredi, signore di Faenza

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Petitione ad un signore per uno che havesse comesso un qualche excesso, adimanda la gratia, libe‹r›tà e perdono.

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Petizione al signore affinché liberi un suo amico dalla pena capitale.

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  • Bologna, Biblioteca Universitaria, 226 (già 272), cc. 47v-48v.

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Petitione ad un signore per uno che havesse comesso un qualche excesso, adimanda la gratia, libe‹r›tà e perdono.

1. Essendo achaduto a quisti dì passati, magnifico e possente Signore mio, un certo caso de Fioriano, mio intimo e cordiale amico, come forsi può haver sentito la vostra Signoria, il qual può essere solamente per quella annullato e [48r] casso, considerato la conditione e natura d’esso caso, il quale ho asumpto e tolto sopra di me apresso la vostra indubitata clementia per la inmensa e ferma sperancia che ho havuto in voi, essendo io continuamente stato ala vostra magnifica Signoria fidelissimo e perfetto amico et servitore, considerando che per la vera amicitia se fano molte cose le quale sono degne de comendatione e laude apresso li amici che per si proprii non si fariano.

2. E pertanto, se mai per força de vera amicitia se fie cosa pietosa e degna, e se mai per fideltà perfetta se possa obtenere alcuna gratia che sola fra gli homini è cosa principale e da tener cara, e se punto è ala vostra magnifica Signoria grato la grande affectione che sempre ho portato a quella, e se mai posso sperare benefitio alcuno da essa, hora sia questa volta essa, che ’l ditto Fioriano, servitore dela vostra Signoria e amico mio, huomo per sue virtute da essere favorito e aiutato, il quale [48v] per suo infortunio, essendo a parole e poi a fatti cum Giovanni da Verona, è stato de bisogno deffensarsi cum la morte di quello, gramo e malcontento di tale accidente.

Dopo volta segno di omissione, e essa aggiunto nel marg. sin.

3. La qual cosa non possendo per alcun modo restaurare, obtegna dala vostra Signoria venia e singular perdono, e liberamente per rispetto del’amicitia servo cum la Signoria vostra, se degni questo primo suo fallo altutto rimettere e cancellare, che anchora ne resultarà laude grandissime cum perpetuo e sin gulare affectione, la quale sempre ho servata, e honore ala Signoria vostra, e a lui correcta emendatione cum indisolubile obligatione insieme cum mi e cum tutti i suoi amici e parenti, i quali continuamente s’aracommandano ala pietosa et humanissima Signoria vostra.

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