Queste due poetiche orationi furno di tanta potenza et importanza che inanimaro tutti Signori Accademici a gara a fare varie e diverse compositioni. In tutte cose che occorrevano et il primo fu l’Accademico Grave, quale, havendo inteso nell’oratione dell’Illustrissimo principe dell’Accademia ch’in Venosa erano tanti svegliati spirti nel poetizzare, in risposta li scrisse:
Ch’in Venosa signor, come ogn’un vede,
vadino li poeti a schiera a schiera.
Maraviglia non è, poiché la vera
delle antique sorelle è qui la sede.
Qui nacque il Flacco, delle Muse erede,
qui l’Eustachio Divin che con sincera
nota descrisse il mondo e, si non era
dal Frezza occulta, l’opra farria fede.
Qui nacque il buon Tansillo, sì ben Nola,
priva di mirti e verdigianti allori,
non senza invidia la sua gloria invola.
Qui nacquero i Maranta
, i duoi scrittori,
l’un della legge e l’altro della scola
d’Esculapio, ambi duoi cigni canori.
Molti altri havria da dir ma mi consiglio
lasciarli, già che l’opre son sì pronte
che li darà perpetua vita, e conte
andran col tempo a par senza periglio.
Ma a che la fronte increspi e inarchi il ciglio,
a che favelli del Vulturio monte,
a che del Albo e Trichitinio fonte
ove alberga finhor Latona e il figlio?
Ma, acciò non resti pur maravigliato
senti quivi cantar villani e putti
dirrai che metri fanno alla sicura.
Ciò per arte non è, ma di Natura,
ch’havendo già le Muse consecrato
il loco, poetando parlam tutti.
Bartolomeo e Roberto suo padre.