I percorsi di Giustino Fortunato
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1896-06-13
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Le strade comunali obbligatorie
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- Fa parte di: "Pagine e ricordi parlamentari", vol. I, Firenze, Vallecchi, 1920, pp. 81-84.
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Camera de' Deputati
Iª tornata del
Come per tanti altri fatti e atti della nostra vita amministrativa e politica, anche per le strade comunali obbligatorie, sancite dalla legge
Due apposite leggi, quelle, se rammentate, del
Ma, intanto, trecentoventi milioni sono stati spesi, e tredici mila chilometri di vie comunali sono stati costruiti. E qui sorge la questione: possiamo, dobbiamo noi permettere, che le strade compiute vadano assolutamente perdute, e che un tanto patrimonio vada miseramente sciupato, come ne corre il pericolo e ne esiste la minaccia, solo per cattivo volere, o per insufficiente capacità finanziaria de’ comuni?
E no, dico anche io, e no ha già detto saviamente il ministro dei lavori pubblici fin dalla tornata del 19 marzo, quando egli, se ricordate, presentò qui alla Camera un’importantissima relazione, che io spero voi tutti abbiate letta, sul rendiconto dato dai prefetti del Regno in merito alla gestione delle nostre strade comunali obbligatorie.
In essa, onorevoli colleghi, sono pochi, ma eloquentissimi ragguagli sui risultati materiali, ottenuti dalla larga ed onerosissima applicazione della legge del
Ebbene, questi ragguagli non sono davvero confortanti, poiché risulta che in molte province, alle cure e alle spese profuse per la costruzione delle strade comunali obbligatorie, non hanno corrisposto le cure e le spese necessarie per la conservazione dei lavori compiuti. Basti dire che, sopra 55 delle nostre 69 province, la condizione della viabilità comunale appare soddisfacente in 27, mediocre in 7, pessima addirittura in 21, cioè, nelle province di Aquila, Ascoli, Avellino, Bergamo, Caltanissetta, Catanzaro, Cosenza, Firenze, Girgenti, Lucca, Macerata, Messina, Palermo, Perugia, Porto Maurizio,
Dai rapporti degli uffici del Genio civile, dice la relazione, si rileva che le cause, per cui vanno deperendo e anzi addirittura distruggendosi i lavori stradali, con tanto sacrificio compiuti, sono l’assenza o la insufficienza tanto della sorveglianza quanto della manutenzione, giacché o i comuni non stanziano nei propri bilanci fondi a tale uopo, o li stanziano in misura derisoria, stornandoli anche di sovente per altri bisogni più pressanti. Così non solo non si provvede da tempo alle ordinarie riparazioni, ma in alcune province, specialmente (mi duole dirlo) nelle province meridionali e siciliane, il transito è divenuto quasi impossibile. Nella provincia di Girgenti, financo, il piano di alcune strade risulta ormai occupato dagli antichi stessi proprietari del suolo!
Ognun di voi, onorevoli colleghi, potrebbe qui citare gli esempi di casa propria. Io, della provincia di
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