I percorsi di Giustino Fortunato

date

1880

author

Fittipaldi, Emilio

title

Descrizione di Potenza

summary

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bibliography

  • "Annuario della cessata Sezione Lucana del C. A. I. pel 1878-80", Potenza 1881, pp. 1-7

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Potenza è divenuto uno di quei nomi da spauracchio, che sono una minaccia o una penitenza, e talvolta un tirocinio, per tutti gl’impiegati del Regno d’Italia, cominciando dagli alti funzionarii di provincia ed andando a finire al più miserabile e meschino copista. Ad un impiegato che si vuol punire, ad unsubalterno, che si vuol piegare alla pastoiadella burocrazia e cieca obbedienza, ad un Travet cui si fa lampeggiare in lontananza un posto grasso da raggiungere con un lungo tirocinio di dolori, si scrive sul decreto di destinazione: Potenza . Quando il Ministro non è un Taizni si cerca di allontanare la ventura con ogni sorta di scongiuri, e spesso si ottiene la grazia; per lo meno il Governo indora l’amara pillola con la dolce promessa che non si resterà in questa Nuova Caledonia più di sei mesi; che si avranno maggiori indennità di viaggio; che si salirà di grado e (una volta ogni tanto) anche di stipendio.

Non vogliamo indagare chi s’affanni a fare questa bella fama a Potenza; ma è certo (e chi lo potrà negare?) che l’idea, quale di lontano si ha, di Potenza, è tanto orrenda, tanto abominevole, da far spesso poi trovare piacevole la residenza a chi ci viene davvero.

Ci sarà subito chi griderà che sono esagerazioni: sopportabile si, diranno, ma piacevole non mai. Eppure io ho conosciuto due egregie e stimabilissime persone usate a Città grandi e piene di vita veramente cittadina, due funzionarii che occupavano impieghi differenti ma egualmente difficili ed alti, i quali si trovavano in Potenza non solo qualche cosa di piacevole e di sopportabile, ma alcun che di bello, di pittoresco, di attraente. Avendo riguardo a questi agregevoli, ai pregi dei quali questo scritto si pubblica, ai pregi che può fare Potenza degna di tale lode, si dirà subito: Ma costoro devono essere Alpinisti e non altro, che solo allora potrebbero trovare tanto diletto su queste balze, le quali da qualcheduno, che,

in tutte altre faccende affaccendato,

a questa roba è morto e sotterrato,

son tenute in conto poco meno peggiore delle vette titaniche del Caucaso.

Potenza, dunque piace agli Alpinisti.

Potenza è situata su di un colle lungo, stretto e isolato, sicchè a guardarla di lontano sembra più grande e meglio fabbricata di quello che veramente non sia. Infatti perché la sommità del colle ha l’estensione di circa 1000 m. e la larghezza costante di poco più che 200 m.; a chi la vede dal lato meridionale sembra una Città fatta di case alte e pulite edificate in linee parallele; ma questa illusione cessa appena vi si entra, poichè le dimensioni delle case sono esagerate dalla posizione nella quale si trovano rispetto al chi le guarda di sotto in sopra e dal taglio della collina che è a picco sul lato meridionale. Quasi l’istesso succede guardandola dal lato boreale. Quello che ho detto lato meridionale, mostra la Città nella sua maggiore lunghezza ed è esposta a S. S. E.; l’altro versante è perciò esposto a N. N. W. sicchè metà delle case è inondata di sole e l’altra metà vede il sole soltanto al tramonto, di che viene una differenza di temperatura notabile: in una stessa casa, se è grande, le stanze esposte a borea hanno una temperatura di 4 o 5 gradi più bassa di quelle esposte a mezzogiorno.

Nella Città si entra in carrozza per i due lati di una strada lastricata, che è la principale, e corre da un capo all’altro come una scerninatura; altre due strade che si intersecano solo dalla parte boreale e meridionale; dall’una parte e dall’ altra poi dell’ interna (via Pretorìa) partono moltissime straducciole e vicoii; ed il numero e la disposizione loro, come diremo appresso, giova moltissimo all’igiene della Città.

Questa Città che appena potrebbe contenere 10000 persone ne alloggia 20000, con un sistema facile a concepirsi. Circa una metà della popolazione abita sopra il livello del suolo, l’altra metà sotto! Diecimila contadini, quanti ne furono contati con l’ultimo censimento, si ritirano ogni sera da punti spesso lontanissimi e si rinzanano in certi cunicoli, nei quali si scende per scale mal ferme; spesso un solo di questi abituri contiene due o tre famiglie, che altra relazione tra loro non hanno se non la solidarietà nell’obbligo di pagare le 100, o 200 lire all’anno al proprietario dell’abituro. Senza fumaiuoli, senza acquedotti, senza finestre, queste abitazioni sono piuttosto tugurii o tane che l’immaginazione non giunga a figurare! Tutto ciò che dovrebbe passare per gli acquai e per le fogne, è rovesciato sulle stradette adiacenti e deposito con imperturbabile franchezza con un metodo romantico, lodato dal Mantegazza, e sulle strade per le quali si deve passare colle narici e cogli occhi chiusi.

Questa è la Potenza sotterranea; l’altra, la superiore contiene moltissime case grosse con discreta prospettiva e poche palazzine. L’aumento di popolazione forestiera sopravvenuto per diverse cause, ha fatto di ogni casa un ricovero; pochissime sono quelle abiabitate da una sola famiglia, da quelle del Signore che la possiede; tutte sono divise e suddivise tra gl’inquilini, a ciascuno dei quali tocca una porzione non sempre fornita di tutte le parti indispensabili per una casa civile. Alla maggior parte di queste case manca poi il mezzo di comunicazione col acquedotto che corre solo sotto la strada principale, sicché tra ciò che rigurgita dalle abitazioni sotterranee e ciò che piove dalle superiori se ne sarebbe da cominciare gran parte del territorio vastissimo di Potenza. Un servizio di spazzamento vi è; ma se la natura non provvedesse meglio a questo ufficio con le piogge dirotte che avvengono spessissimo e con i venti che spirano continuamente, la salute pubblica ne soffrirebbe in modo terribile; invece, natura soccorreute, l’aria è benevola e l’epidemie non abbarbicano non ostante l’agglomeramento straordinario della popolazione. La Città stessa, elevata, lunga, stretta, taglianuzzata, per dir così, da una infinità di stradicciuole contribuisce al mantenimento della salute pubblica; i venti la investono da tutte la parti e le esalazioni del suolo sono trasportate a fecondare i boschi che la circondano, e dai quali a lei giunge in ricambio aria ossigenata ed ozonata perfettamente.

Nulla dire degli edificii pubblici, perché l’archeologo e l’artista nulla troverebbero invero qui da ammirare; vi è soltanto un ospizio assai bello, completo nelle decorazioni e negli attrezzi; ma sventuratamente deserto, perchè non possiede che un solo dei pregi delle belle fanciulle: la bellezza; senza aver l’altro: la dote. Potenza possiede pure un bel Palazzo della Prefettura ed un discreto locale per Liceo-Ginnasio, nel quale si trov a un ricco gabinetto di mineralogia ed un mediocre gabinetto di fisica. Vi è pure una Scuola Tecnica, numerosa per alunni, dotata anch’essa di un piccolo gabinetto di fisica. Oltre il ricco corredo di modelli in gesso e d’Atlanti (per l’insegnamento del disegno) e l’altre collezioni volute dai Regolamenti, va formandosi in questa Scuola un Gabinetto di paleontologia, con materiali in gran parte raccolti in questa provincia vastissima e remarchevole per la varia sua conformazione geologica. Buona parte dei fossili rinvenuti furono raccolti dallo scrivente in varie regioni della provincia e massimamente nei dintorni di Potenza; altri nelle formazioni calcaree del Materano dall’Egregio Sig. S. Pomodoro, ingegnere del Genio Civile e socio di questa Sezione Alpina; molte varietà di marmi ornamentali, pietre, minerali e bitumi della provincia furono raccolte e cortesemente donanate da varii ingegneri ed altre persone.

Esiste in fine nella Città da poco più di un anno un Osservatorio Meteorologico dotato di ottimi strumenti; fu fondato dallo scrivente con i mezzi che gli furono ministrati persone benemerite e con piccoli sussidi che si ebbe dal Governo, dalla Provincia e dal Municipio. Oggi questa istituzione appartiene alla Sezione Alpina di Potenza.

Queste dunque le cose e gli edificii più degni di essere osservati; aggiungasi una pubblica villa, graziosa e piuttosto grande, e delle belle passeggiate; aggiungasi l’ospitalità tradizionale virtù de’ Lucani, e una deliziosa corona di monti che da ogni parte ne circonda, salendo dalle vicine fertili colline, dolcemente arrotondate dalla natura e dall’opera agricola dell’uomo, fino a lontane, fosche giogaie, dal profilo rotto ed ardito, a far battere il cuore ad ogni vero alpinista. I monti e le sciarpe ben presto, in balde e alte schiere, alpinisti delle altre sezioni, converranno a visitare questa provincia, che a buon diritto fu recentemente chiamata, da alcuni celebri ed alpinisti la Svizzera d’Italia. So che alle meravigliose attrattive della natura poco aggiunse la mano dell’uomo sinora, lo so; ma bisogna pur dire che, in un sito lungamente negletto e lasciato indietro nel rapido cammino del progresso sociale, un bel progresso si è fatto da pochi anni in qua. È un altro più grande, lungamente sospitato, l’otterrà ben tosto. Quando queste pagine saranno pubblicate, Potenza sarà toccata dalla grande arteria ferroviaria, che da Eboli conduce a Taranto. Chi sa quali trasformazioni quante belle novità potrà produrre in essa questo grande e lungamente agognato avvenimento!

Giova però avvertire che molti nuovi edifici sono in fabbricazione, seguendo finalmente un piano edilizio corretto, dato dal Municipio; e già quasi una nuova Potenza con le vie larghe e ben costruite, è sorta in pochi anni sul declivio meridionale della città.

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