
I percorsi di Giustino Fortunato
date
1880
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Descrizione di Potenza
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- "Annuario della cessata Sezione Lucana del C. A. I. pel 1878-80", Potenza 1881, pp. 1-7
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Travet cui si fa lampeggiare in lontananza un posto grasso da raggiungere con un lungo tirocinio di dolori, si scrive sul decreto di destinazione:
Potenza
. Quando il Ministro non è un Taizni si cerca di allontanare la ventura con ogni sorta di scongiuri, e spesso si ottiene la grazia; per lo meno il Governo indora l’amara pillola con la dolce promessa che non si resterà in questa Nuova Caledonia più di sei mesi; che si avranno maggiori indennità di viaggio; che si salirà di grado e (una volta ogni tanto) anche di stipendio.
Non vogliamo indagare chi s’affanni a fare questa bella fama a
Ci sarà subito chi griderà che sono esagerazioni: sopportabile si, diranno, ma piacevole non mai. Eppure io ho conosciuto due egregie e stimabilissime persone usate a Città grandi e piene di vita veramente cittadina, due funzionarii che occupavano impieghi differenti ma egualmente difficili ed alti, i quali si trovavano in
in tutte altre faccende affaccendato,
a questa roba è morto e sotterrato,
son tenute in conto poco meno peggiore delle vette titaniche del Caucaso.
lato meridionale, mostra la Città nella sua maggiore lunghezza ed è esposta a S. S. E.; l’altro versante è perciò esposto a N. N. W. sicchè metà delle case è inondata di sole e l’altra metà vede il sole soltanto al tramonto, di che viene una differenza di temperatura notabile: in una stessa casa, se è grande, le stanze esposte a borea hanno una temperatura di 4 o 5 gradi più bassa di quelle esposte a mezzogiorno.
Nella Città si entra in carrozza per i due lati di una strada lastricata, che è la principale, e corre da un capo all’altro come una scerninatura; altre due strade che si intersecano solo dalla parte boreale e meridionale; dall’una parte e dall’ altra poi dell’ interna (via Pretorìa) partono moltissime straducciole e vicoii; ed il numero e la disposizione loro, come diremo appresso, giova moltissimo all’igiene della Città.
Questa Città che appena potrebbe contenere 10000 persone ne alloggia 20000, con un sistema facile a concepirsi. Circa una metà della popolazione abita sopra il livello del suolo, l’altra metà sotto! Diecimila contadini, quanti ne furono contati con l’ultimo censimento, si ritirano ogni sera da punti spesso lontanissimi e si rinzanano in certi cunicoli, nei quali si scende per scale mal ferme; spesso un solo di questi abituri contiene due o tre famiglie, che altra relazione tra loro non hanno se non la solidarietà nell’obbligo di pagare le 100, o 200 lire all’anno al proprietario dell’abituro. Senza fumaiuoli, senza acquedotti, senza finestre, queste abitazioni sono piuttosto tugurii o tane che l’immaginazione non giunga a figurare! Tutto ciò che dovrebbe passare per gli acquai e per le fogne, è rovesciato sulle stradette adiacenti e deposito con imperturbabile franchezza con un metodo romantico, lodato dal Mantegazza, e sulle strade per le quali si deve passare colle narici e cogli occhi chiusi.
Questa è la
Nulla dire degli edificii pubblici, perché l’archeologo e l’artista nulla troverebbero invero qui da ammirare; vi è soltanto un ospizio assai bello, completo nelle decorazioni e negli attrezzi; ma sventuratamente deserto, perchè non possiede che un solo dei pregi delle belle fanciulle: la bellezza; senza aver l’altro: la dote. Palazzo della Prefettura ed un discreto locale per Liceo-Ginnasio, nel quale si trov a un ricco gabinetto di mineralogia ed un mediocre gabinetto di fisica. Vi è pure una Scuola Tecnica, numerosa per alunni, dotata anch’essa di un piccolo gabinetto di fisica. Oltre il ricco corredo di modelli in gesso e d’Atlanti (per l’insegnamento del disegno) e l’altre collezioni volute dai Regolamenti, va formandosi in questa Scuola un Gabinetto di paleontologia, con materiali in gran parte raccolti in questa provincia vastissima e remarchevole per la varia sua conformazione geologica. Buona parte dei fossili rinvenuti furono raccolti dallo scrivente in varie regioni della provincia e massimamente nei dintorni di
Esiste in fine nella Città da poco più di un anno un Osservatorio Meteorologico dotato di ottimi strumenti; fu fondato dallo scrivente con i mezzi che gli furono ministrati persone benemerite e con piccoli sussidi che si ebbe dal Governo, dalla Provincia e dal Municipio. Oggi questa istituzione appartiene alla Sezione Alpina di
Queste dunque le cose e gli edificii più degni di essere osservati; aggiungasi una pubblica villa, graziosa e piuttosto grande, e delle belle passeggiate; aggiungasi l’ospitalità tradizionale virtù de’ Lucani, e una deliziosa corona di monti che da ogni parte ne circonda, salendo dalle vicine fertili colline, dolcemente arrotondate dalla natura e dall’opera agricola dell’uomo, fino a lontane, fosche giogaie, dal profilo rotto ed ardito, a far battere il cuore ad ogni vero alpinista. I monti e le sciarpe ben presto, in balde e alte schiere, alpinisti delle altre sezioni, converranno a visitare questa provincia, che a buon diritto fu recentemente chiamata, da alcuni celebri ed alpinisti la Svizzera d’Italia. So che alle meravigliose attrattive della natura poco aggiunse la mano dell’uomo sinora, lo so; ma bisogna pur dire che, in un sito lungamente negletto e lasciato indietro nel rapido cammino del progresso sociale, un bel progresso si è fatto da pochi anni in qua. È un altro più grande, lungamente sospitato, l’otterrà ben tosto. Quando queste pagine saranno pubblicate,
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