
Storia dello “Studium” di Napoli in età sveva
Approfondimento
Quando Federico spalancò la porta del sapere (di Fulvio Delle Donne)
Emanazione diretta di un re e imperatore
Giugno o luglio? Un piccolo giallo
Era il 1224, su questo non c’è dubbio. Ed è una cosa non scontata: sono davvero pochissime le università altrettanto antiche che possono vantare una data di istituzione certa e non ricostruita in maniera più o meno fantasiosa. Anche il giorno è sicuro: il 5. Qualche dubbio, invece, c’è sul mese, giugno o luglio: un tocco di giallo rende più intrigante ogni storia.
Non possediamo un vero e proprio diploma di fondazione: ciò che lo spietato filtro della storia ci ha lasciato è solo la lettera circolare con la quale Federico invita tutti gli studenti a venire a Napoli entro il 29 settembre (festa di san Michele), data canonica per l’inizio dell’anno accademico (dal XVII secolo, invece, sarà il 18 ottobre, festa di san Luca evangelista).
Quella lettera ha una tradizione testuale complicata: attribuita solitamente a Pier della Vigna, è innanzitutto trasmessa, senza datazione, dalla diffusissima collezione delle epistole di colui che tenne «ambo le chiavi del cor di Federigo» (per dirla con Dante, Inferno XIII). Ma la riporta anche una cronaca, quella del contemporaneo Riccardo di San Germano, notaio del Regno di Federico, che fornisce sì la data, ma in maniera equivoca. Nella versione maggiore della sua cronaca, trasmessa da un manoscritto di Bologna (Archiginnasio, A 144, foll. 134v-135v), introduce il documento con queste parole (fol. 134v: si veda l’immagine): «nel mese di luglio (mense iulii) l’imperatore nostro signore invia una lettera generale al Regno (generales per Regnum licteras)». Nel foglio successivo, però, dopo averlo trascritto, inserisce questa data: «Siracusie, V iunii, XII indictionis», cioè Siracusa, 5 giugno (1224), XII indizione (l’indizione è un ciclo di 15 anni imposto dall’imperatore Costantino a partire dal 313 d.C.). La confusione tra iunii (giugno) e iulii (luglio) è certamente un banale errore di copia facilmente spiegabile. Ma qual è il mese corretto?
Nella cronaca, la notizia sull’Università è inserita dopo un’altra relativa al 29 giugno: la sequenza cronologica, dunque, lascerebbe pensare al 5 luglio. Ma dal punto di vista amministrativo, un termine di circa quattro mesi (dal 5 giugno al 29 settembre) è coerente con quello previsto per altri documenti simili. Insomma, il problema è aperto, ma una soluzione ci sarebbe: perché non festeggiare la speciale ricorrenza per un mese intero, dal 5 giugno al 5 luglio? È un genetliaco imperiale, dopotutto…
Un invito straordinario
Nella lettera con cui li invita a venire a Napoli, Federico prospetta agli studenti il vantaggio di non allontanarsi da casa, evitando le insidie di viaggi lunghi e insicuri, durante i quali si rischia sempre di perdere gli averi e finanche la vita. Non è cosa da poco. Circa 70 anni prima (nel 1155) il nonno Federico I, il Barbarossa, nella sua costituzione Habita (con la quale riconosceva alcuni diritti agli studenti di Bologna), si limitava solo a lodare l’abnegazione di quanti si facevano esuli e poveri «per amore della scienza», esponendo la propria vita a pericoli di ogni genere. Ma non offriva alcuna garanzia effettiva. Il nipote Federico II, invece, insiste sulla sicurezza e sulla comodità. E questo è solo l’inizio.
Mentre altrove erano gli studenti a pagare i maestri, a Napoli i professori più illustri sarebbero stati stipendiati direttamente dall’imperatore; gli studenti, poi, solitamente sottoposti a vessazioni di ogni tipo, a Napoli sarebbero stati protetti e tutelati, tanto che quelli meritevoli avrebbero potuto godere di prestiti d’onore o, se vogliamo, di borse di studio; e sarebbero stati messi a loro disposizione gli alloggi migliori a prezzi calmierati. Sul cibo non c’era bisogno di soffermarsi, perché il clima della città lo rendeva economico e abbondante. E non è finita qui.