
Pergamene Potenza - Fondo Fusco
date
1311 novembre 13
title
Instrumentum permutationis tra Angelo de Gaudiano, arciprete della chiesa di San Michele di Potenza, e il prete Giacomo de Elzia
summary
Angelo de Gaudiano, arciprete della chiesa di San Michele di Potenza, con il consenso di tutto il clero congregato nel coro della chiesa maggiore di Potenza, e con licenza e autorità concessa dal magister Pietro de Madio, arcidiacono della cattedrale di Potenza, e dal prete Guglielmo de Guerrerio, arciprete della cattedrale, entrambi vicari generali del vescovo Guglielmo, danno al prete Giacomo de Elzia, chierico della chiesa di San Michele, un pezzo di terra sito nel tenimento di Potenza in contrada Mendarolo, in cambio del quale il predetto prete Giacomo cede al clero di San Michele un orto sito nel tenimento di Potenza nella contrada San Giacomo.
bibliography
- PALESTINA, L’arcidiocesi di Potenza Muro Marsico, III, Appendice documentaria, doc. 28, pp. 55-57 [P]
- BSNSP, Diplomatico, pergamene fondo Fusco 25, Potenza, segn. 10-BB-I-15 [A]
- ASNa, Regia Camera della Sommaria, Diversi, 1a numerazione, Volume di istrumenti, cc. 83r-85r, n. 28
- PEDIO, La vita a Potenza dai Normanni agli Aragonesi attraverso una inedita cronaca del sec. XVII ed un inedito codice diplomatico, doc. XV, p. 146, riprodotto in ID., Potenza dai Normanni agli Aragonesi. Note ed appunti, doc. XV, p. 39 (regesto)
- FORTUNATO, Badie, feudi e baroni della valle di Vitalba, vol. III, Cartulario e Codice Potentino, p. 331 (regesto)
- SCALISE, La diocesi potentina nel Medioevo: riflessioni su vescovi e patrimonio del clero, p. 75 (notizia)
- F. PANARELLI, Un registro di documenti della chiesa Potentina XIII-XVI secolo, in Alle fonti della Basilicata medievale: edizioni, progetti e cantieri, a cura dello stesso, Bari 2017, pp. 45-64, qui pp. 56-57 (notizia)
phyDesc
Pergamena mm 280x580 in ottimo stato di conservazione. Sono presenti piccole e lievi macchie lasciate dall’umidità. In basso è presente un foro di piccole dimensioni che non intacca le sottoscrizioni dei testimoni. Nel campo delle sottoscrizioni testimoniali sono evidenti le linee di rigatura tracciate a secco sul lato carne.
teibody
† Anno dominice incarnationis millesimo trecentesimo undecimo, regnante domino nostro
In presencia
Pinde
Ppuplicus
POfficio
Ppresbiter
Le pergamene della chiesa della SS. Trinità di Potenza, in «Archivio Storico per la Calabria e la Lucania», 33 1964, pp. 55-79, qui doc. IV, pp. 64-65; PEDIO,
Codice e cartulario Potentino, p. 329. In qualità di prete del clero di San Michele di Potenza, è testimone in un contratto dotale del 1312 cfr. D. GERARDI,
Le pergamene della chiesa di S. Maria Maggiore di Pignola secc. XIV-XIX, Anzi 2023, doc. n. 2, p. 62). Quasi certamente è lo stesso Angelo, prete di San Michele, che sottoscrive il documento del 14 novembre 1305 (v. infra, doc. n. 14).
PMelfie
POffierio
Pab
Pautem
Badie, feudi e baroni della valle di Vitalba, vol. III, Cartulario e Codice Potentino, p. 333). Quasi certamente si tratta dello stesso arcidiacono che nell'anno 1324 versò alla camera apostolica tre tarì in occasione della riscossione delle decime (
Rationes decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV. Apulia-Lucania-Calabria, a cura di D. VENDOLA, Studi e Testi 84, Città del Vaticano 1939, p. 170, n. 2166).
Italia Sacra, VII, col. 139; GAMS,
Series episcoporum, p. 913; EUBEL,
Hierarchia catholica, I, p. 407). Egli, il 7 maggio del 1314, fece rogare al notaio Nicola de Madio di Potenza il transunto di un istrumento pubblico sigillato con il sigillo di Roberto, arcivescovo di Acerenza, e del vescovo di Potenza, suo predecessore (probabilmente Francesco), al fine di voler confermare il numero dei canonici del capitolo cattedrale di Potenza fissato a dodici con l’obbligo di risiedere stabilmente nel territorio potentino. Tale disposizione, già voluta dal vescovo Garsia nel 1221, ci conferma come il potere del metropolita di Acerenza, che doveva prestare il suo consenso, fosse esercitato concretamente sulla diocesi di Potenza (RENDINA,
Istoria della città di Potenza, ediz. Abbondanza, pp. 259-262; ediz. Villani-Mariano-Caserta, pp. 258-263; FONSECA,
Istituzioni ecclesiastiche, pp. 286, 292). Il presente documento qui edito, nel quale è definito frate e, dunque, afferente ad un ordine monastico, consente di anticiparne la sua nomina già all’anno 1311. Tuttavia, in un altro istrumento di procura del 14 agosto 1310 frate Guglielmo figura come presule della diocesi di Potenza, nella cui curia il clero della chiesa della Trinità nomina il suo arciprete, Guglielmo de Palma, procuratore per recuperare presso la terra di Oria i beni appartenuti al defunto Benedetto de Caraience e lasciati, come da sua ultima volontà testamentaria, alla predetta chiesa (ASPz, fondo Trinità, perg. n. 4). Guglielmo, in verità, dovette essere vescovo di Potenza sin dal 1309, visto che egli è presente al Concilio provinciale del 25 gennaio del 1310 della provincia acheruntina, insieme all’arcivescovo di Acerenza, Roberto, e ai vescovi di Guido di Venosa e Marco di Anglona (
Rationes decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV. Apulia-Lucania-Calabria, a cura di D. VENDOLA, (Studi e Testi 84), Città del Vaticano 1939, doc. III, pp. 364-365; FONSECA,
Istituzioni ecclesiastiche, pp. 286-287). Sembra impossibile identificarlo con frate Guglielmo, dell’ordine dei Predicatori, vescovo di Potenza attestato nel 1274, al quale succedettero Bonifacio nel 1289 e Francesco eletto nel 1290. Quando Guglielmo morì, nel 1343, la sede potentina fu affidata all’amministrazione dell’arcidiacono Pietro de Madio, nominato vescovo dal capitolo con la conferma di Pietro, arcivescovo di Acerenza. Tuttavia, tale elezione non fu convalidata da papa Clemente VI che assegnò l’episcopato di Potenza a frate Guglielmo de Torre, di Adria, dell’ordine dei frati Minori (RENDINA,
Istoria della città di Potenza, ediz. Abbondanza, pp. 264-265; ediz. Villani-Mariano-Caserta, pp. 266-267). Il presulato del vescovo Guglielmo a Potenza fu molto difficile specie nei rapporti con la popolazione locale. Egli, infatti, possedeva diritti nel Casale sulla chiesa del Santo Sepolcro alle porte della città, su numerose case date a censo e su tutte le botteghe della piazza di Potenza. I cittadini di Potenza, però, occupavano ogni cosa e non gli riconoscevano alcun diritto, lamentandosi spesso con il re Roberto della sua condotta. Inoltre, il vescovo vantava anche diritti sulla buczaria (macelleria) di Potenza, pretendeva la decima della bagliva e diritti sulla tintoria degli Ebrei, come si riscontra in un documento 15 gennaio 1322 (CAGGESE,
Roberto d’Angiò e i suoi tempi, I, p. 462).
Pvenerabili
Pepiscopo
Pspecialibus
Pvicarius
Pdicte
Psigni
Pmeum
A ripetedicte
Pin eodem
Pin
Ppermutatione
Ptestimonium
Phabet
Pomnimodum
Preliquo
Pmediante
Ppermutandi
Pte
Et taliter ego qui supra
† Ego
† Ego
† Ego
† Signum manus
† Signum manus presbiteri
† Signum manus presbiteri
† Signum manus diaconi
† Ego diaconus
† Signum manus dyaconi
† Ego subdiaconus
† Ego subdiaconus
† Signum manus subdiaconi
† Signum manus subdiaconi
† Signum manus subdiaconi
† Ego presbiter
Progasiscentem
Palictorum
A ripetealiorum
al rigo seguente
Pnotarius
Pcuria sanctorum Dei evangelica in luogo di curiam creatorum subscripsi
Ppermutacionis
Così A, si leggaGuillelmus
Ppredictis
Pcuria sanctorum Dei evangelica
in luogo dicuriam creatorum subscripsi
I regesti della Certosa di Padula, cit., pp. 111-112, n. 264;
Repertorio delle pergamene dell’Archivio Cavense. Periodo angioino: 1266-1442, I, Regesti, cit., p. 226 LXX, 28, sotto l’anno 1335; CARLONE, Le pergamene dei monasteri soppressi nell'Archivio Cavense, p. 67, n. 270, sotto l'anno 1335).
Rationes decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV. Apulia-Lucania-Calabria, p. 170, n. 2175).
PPantaleonem
PPixitelle
notes alpha
notes int