
Pergamene Potenza - Fondo Fusco
date
1354 agosto 31
title
Instrumentum assignationis dotium da parte di Margherita de Madio, figlia del defunto Angelo, a favore di Sandrullo Curiale, di Cilento.
summary
Sandrullo Curiale, di Cilento, dichiara di aver ricevuto dalla nobile Margherita de Madiode Madio, figlia del defunto Angelo, di Potenza, sua moglie, la dote promessa in occasione del loro matrimonio, consistente in trenta once e diversi beni immobili, tutti minuziosamente elencati, e le assegna, a titolo di dotario, la somma di cinquantaquattro once e quindici tarì.
bibliography
- BSNSP, Diplomatico, pergamene fondo Fusco (25, Potenza), segn. 10-BB-I-19 [A]
- ASNa, Regia Camera della Sommaria, Diversi, 1a numerazione, Volume di istrumenti, cc. 50v-53v, n. 14.
- PEDIO, La vita a Potenza dai Normanni agli Aragonesi attraverso una inedita cronaca del sec. XVII ed un inedito codice diplomatico, doc. XIX, p. 147, riprodotto in ID., Potenza dai Normanni agli Aragonesi. Note ed appunti, doc. XIX, p. 40 (regesto)
- FORTUNATO, Badie, feudi e baroni della valle di Vitalba, vol. III, Cartulario e Codice Potentino, pp. 335-336 (regesto)
- A. PELLETTIERI, L’età angioina, in Potenza. Le città nella storia, a cura di A. Buccaro, Bari 1997, p. 135, nota n. 44 (notizia)
- EAD.-A. RUBINO, Tra il Casale e la Città. Santa Maria del Sepolcro di Potenza e la vicenda dei Frati Minori in Basilicata, p. 22 (notizia)
- SCALISE, La diocesi potentina nel Medioevo: riflessioni su vescovi e patrimonio del clero, pp. 74, 87 (notizia)
phyDesc
Pergamena (mm 265x460) in ottimo stato di conservazione. Sono presenti lievi macchie lasciate dall’umidità.
teibody
† Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo quarto, regnantibus serenissimis dominis domino nostro
Nos
Così A
Rationes decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV. Apulia-Lucania-Calabria, p. 170, n. 2169). Il 17 novembre del 1331 sottoscrive l'atto di vendita di una casa fatto da Angelo de sire Pascale, di Potenza, e sua moglie Domenica a Nicola Rotundo, chierico della chiesa della Santa Trinità di Potenza (ASPz, fondo Trinità, perg. n. 7).
Annales Minorum seu Trium Ordinum a S. Francisco institutorum, Roma 1735, XIV, p. 454, n. XXIX; RENDINA,
Istoria della città di Potenza, ediz. Abbondanza, p. 266; ediz. Villani-Mariano-Caserta, p. 269). A seguito di quest'ultimo passaggio, fu ricostruita insieme al convento sul preesistente impianto del XII-XIII secolo per intervento del conte di Potenza, Antonio de Guevara, divenendo il luogo di culto e di sepoltura della famiglia (N. MASINI,
La città dei de Guevarae il ruolo dei francescani, in
Potenza. Le città nella storia, a cura di A. Buccaro, Bari 1997, pp. 36-40, qui p. 38; RESTAINO, La città di Potenza nell’età medievale, pp. 103-104). Il suo clero nel 1310 e nel 1324 versava alla camaera postolica la somma di sei tarì (
Rationes decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV. Apulia-Lucania-CalabriaRationes decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV. Apulia-Lucania-Calabria, p. 170, n. 2152; p. 171, n. 2186). Insieme alle chiese della Trinità, di San Francesco, di San Michele, di San Gerardo, di Santa Maria Annunziata, di Santa Caterina, di San Giovanni, di San Pietro, di Santa Sofia e alle monache del convento di San Lazzaro, il 30 luglio del 1348 la chiesa del Sepolcro è fatto oggetto di lascito da parte del magister Manfredi Tartarelli di Potenza (ASPz, fondo Trinità, perg. n. 10). In un contratto di vendita del 23 aprile del 1353 è apposta la sottoscrizione testimoniale del prete Graziano probabilmente Graziano de Graciano che si qualifica arciprete della chiesa del Santo Sepolcro (ASDPz, fondo Trinità, perg. n. 34). Per un quadro più ampio sulla chiesa del Sepolcro si rimanda a (PELLETTIERI-A. RUBINO,
Tra il Casale e la Città. Santa Maria del Sepolcro di Potenza e la vicenda dei Frati Minori in Basilicata, capp. II-III, pp. 19-42)
Quod scripsi ego idem
† Ego
† Ego
† Ego abbas
† Ego
† Ego
† Ego
† Ego
† Ego subdyaconus
Così A
Così A
PLe pergamene dell’archivio arcivescovile di Acerenza secc. XIII-XIV, docc. 4-5, pp. 117-121; doc. 13, pp. 149-152). Il 17 giugno 1337, qualche giorno dopo la loro nomina all’ufficio di comestabulia, il notaio Andrea de Superta di Napoli rogava un contratto nel quale era dichiarato che il miles Francesco de Stampis, giudice della corte della Vicaria, aveva prestato la somma di 30 once al notaio Nicola de Iacchino di Potenza, al tempo in cui Nicola studiava ed ebbe necessità di questa somma per poter comprare un numero elevato di libri. Nicola per restituire la somma, concessa a titolo di mutuo, donava al miles Matteo de Stampis, figlio di Francesco, una sua terra sita a Potenza nella contrada Canaletto e le terre site a Petra Pertusata (Pietrapertosa). Il contratto in questione, tuttavia, riporta notevoli incongruenze cronologiche: è sotto l'anno 1327 le decine .XX°. sono aggiunte nell’interlineo, sotto il ventinovesimo anno di regno di re Roberto d'Angiò che iniziava da maggio del 1338 e sotto la quinta indizione nel 1337 cadeva la seconda. Sembra, quindi, che Francesco fosse ancora vivo nel 1337 (ASPz, fondo San Francesco, perg. n. 4; cfr. FORTUNATO,
Badie, feudi e baroni della valle di Vitalba, vol. III, Cartulario e Codice Potentino, p. 332). Il 2 febbraio 1341 il comestabulo Matteo de Stampis vende a Gerardo de Carruba, magister phisicus, alcune sue terre site nel tenimento di Potenza (ASPz, fondo San Francesco, perg. n. 9; cfr. G. FORTUNATO,
Badie, feudi e baroni della valle di Vitalba, vol. III, Cartulario e Codice Potentino, p. 334). Nel 1362 a seguito del matrimonio di sua figlia Caterina contratto con il nobile Errico de Comitibus, detto de Casalicho, di Tricarico, il comestabulo Matteo le assegnò la dote nuziale consistente in ottanta once (ASPz, fondo San Francesco, perg. n. 13; cfr. FORTUNATO,
Badie, feudi e baroni della valle di Vitalba, vol. III, Cartulario e Codice Potentino, p. 336)
Così A
notes alpha
notes int