
Documenti medievali di Potenza tràditi nel volume della Sommaria
date
1421-07-27
title
115. Instrumentum testamenti di Antonio de Vitellis
summary
Antonio de Vitellis detto Lacta, di Potenza, stando nella sua casa sita nella parrocchia di S. Michele, infermo nel corpo ma sano di mente, nonchè nel possesso delle proprie facoltà locutorie, fa rogare il proprio testamento nuncupativo (che, qualora manchi qualche formalità, vuole sia ssimilato a un codicillo ovvero a qualsiasi altra espressione di ultima volontà), nel quale: istituisce quale propria erede la sorella Caterina, alla quale lascia dieci tarì di carlini; fa un lascito per i mali eventualmente commessi che consiste in tre terre; elegge quale luogo di sepoltura la chiesa di S. Michele, cui lega quindici tarì a tal fine; lascia ai chierici di S. Michele, per la celebrazione dell’ufficio nel giorno giorno della sua morte, una somma a scelta degli epitropi e tre tarì per la celebrazione di messe nel medesimo giorno; fa quindi una seria di lasciti per la riparazione delle chiese di seguito elencate: due tarì per S. Michele; un tarì per S. Giacomo; un tarì per S. Lucia. Lascia vita natural durante a Nicola de Poeta ‹ovvero de Porta› una terra con macchia in contrada Macle Donni ‹ovvero Made Donni›, stabilendo che alla sua morte passi nel possesso della chiesa di S. Michele; lascia alla chiesa di S. Gerardo terre in contrada Gallitello, possedute indivise con la predetta chiesa legataria; lascia alle chiese della Ss. Trinità e di S. Spirito, in comune, un vineale ubicato oltre il vallone Mendarali ‹ovvero Mendaroli›; lascia alla chiesa di S. Lorenzo, dell’ordine certosino, di Potenza, un pezzo di terra a Gallitello (nei pressi di altri possessi della medesima chiesa); lascia alle chiese di S. Lucia e di S. Lazzaro un pezzo di terra ciascuno, sito a Gallitello; fa un lascito in favore di Nicola de Porta, consistente in un vineale in contrada Mendaroli. Stabilisce che tutte le terre legate in precedenza a istituti ecclesiastici siano tenute in beneficio, vita natural durante, da Nicola de Porta e che alla di lui morte tornino nel possesso delle predette chiese. Lascia a Nicola de Porta e a Bartolomeo Paracampo una vigna, con la seguente clausola: alla loro morte sia affidata ad altri due chierici di S. Michele che preghino per l’anima sua e dei suoi parenti; tale vigna deve essere ripartita e divisa in parti uguali e spetterà per primo a Nicola de Porta scegliere la sua metà; qualora Bartolomeo contravvenga a detta clausola, la sua metà sia data a un altro chierico di S. Michele. Lascia quindi a Nicola de Porta in beneficio, vita natural durante, la casa in cui abita, stabilendo che alla di lui morte passi in beneficio di chierico in chierico, insieme ai granai e alle suppellettili etc. in essa presenti. Lascia ad Antonello de Zaula una botticella di vino, che gli doveva; ad Antonello de Porta una botte della capacità di tre salme e mezzo di vino; a Mornetia, nipote di Nicola de Porta, un’arca de spolis; all’ospedale di S. Spirito di Potenza, una coperta e un materasso; all’ospedale di S. Giacomo di Potenza, un materasso e una coperta (che fu di Angelo de Ziptio e, se questi vorrà riscattarla, lascia la somma ricavata); ad Antonello de Zaulo suo padrino una terra; da ultimo stabilisce che tutti i beni non assegnati siano distribuiti secondo al volontà degli epitropi Antonio Zappa, Nicola de Porta e Antonello de Zaula, ai quali lascia a titolo di ricompensa due tarì ciascuno, stabilendo un lascito per i testimoni intervenuti pari a cinque grana.
bibliography
- ASNa, Regia Camera della Sommaria, Diversi, 1a numerazione, Dip. Somm., I, 309, n. 4bis, cc. 106v-109v, n. 40 [S].
teibody
(c. 106v) In nomine domini nostri Iesu Christi amen. Anno a nativitate ipsius millesimo quatricentesimo vicesimo secundo, regnante serenissimo domino domino
. Nos ‹sic› Montorii‹sic›
‹sic› intestatus, bona, ut predicitur, fruens memoria et sano sensu presens suum ultimum nuncupativum in nostrum qui supra iudicis, // (c. 107r) notarii et testium subscriptorum in uno et eodem contestu, in modum quod sequitur condidit testamentum seu ultimam voluntatem et condere dignum duxit. Quod quidem testamentum dictus testator valere voluit et mandavit iure testamenti et, si iure testamenti valere forsitan non ‹valere› vel non valebit, saltim valere voluit et mandavit iure codicillorum, donationis cause comortis et cuiuslibet alterius ultime voluntatis, prout melius et de iure valere potest et debet et debitam efficaciam obtinere, epistole donationis causa mortis, ita quod in omnem eventum et casum dictum testamentum et contenta in eo realiter exequantur et executioni debite demandentur iuxta voluntatem, ordinem et modum testationis affati, cassans idem testator, irritans et annullans, ex certa sui scientia, omnia alia testamenta, codicillos seu ultimas voluntates per eum huc usque ab hactenus condita vel etiam ordinata seu ordinatas, sub quacumque verborum serie sive forma, volens et mandans quod hec sic ultima sua voluntas et quilibet sibi quocumque modo et iure subcedens, ipsam tenaciter et efficaciter teneat adimplere. In primis, quia heredis in[stitu]tio cuiuslibet testamenti dignoscitur esse capud, dictus testator instituit et fecit sibi heredem
Così S permortis
Così S persit
Così S perreparatione
Così S perPorta
(da docc. coevi)
Così S percartusiensi
Così S perlegate
Così S perrecapta o recepta
Così S perdonec
Così S perelectionem
Quod scripsi ego predictus
Ego qui supra
Ego donnus
Ego
Ego donnus
Ego presbiter
Ego donnus
Ego presbiter
Ego donnus
Ego donnus ‹sic› de Quatuor Oculis
notes alpha
notes int