
Documenti medievali di Potenza tràditi nel volume della Sommaria
date
1458-05-12
title
158. Instrumentum testamenti di Mazziotta de Ayvena di Potenza, detto Paulello
summary
Mazziotta de Ayvena di Potenza, detto Paulello, stando nella propria casa sita nella parrocchia della Ss. Trinità, infermo a causa della peste, ma nel possesso delle proprie facoltà mentali e locutorie, detta il proprio testamento nuncupativo, nel quale istituisce quale proprio erede il fratello Valle ‹ovvero Velle›, al quale lascia: una vigna nel tenimento di Potenza, in località Cerza de Corgiante; un tomolo di frumento; quattro tomoli d’orzo e un terreno ‹?› alla Serra del Lago. Dispone che il proprio corpo sia sepolto nella chiesa della Ss. Trinità, presso la cappella dell’Annunciazione (Nunziata), dove ha trovato sepoltura anche il padre e, per detta sepoltura, lascia dieci tarì; stabilisce che, nel giorno della sua dipartita, quanto necessario per la cera da utilizzare durante la celebrazione delle messe (mattina e sera), sia a discrezione dei suoi epitopi; lascia alla chiesa della Ss. Trinità, per le decime non corrisposte, un tarì; fa un lascito di un tarì per i mali eventualmente commessi; lascia ad Antonio Grippo, arciprete della chiesa della Ss. Trinità, suo padre spirituale, un tarì per le sue fatiche. Lascia alle chiese della Ss. Trinità e di S. Gerardo e al convento di S. Francesco di Potenza le terre da lui possedute in località Serra del Lago, nella misura di 1/3 per ciascuna istituzione ecclesiastica, affinché i chierici e i frati partecipino alle sue esequie e tengano poi liberamente per sé il surplus. Dispone che si celebrino le messe di San Gregorio nella chiesa della Ss. Trinità da parte dei chierici di detta chiesa e dei frati minori di S. Francesco e per dette messe lascia undici tarì e nove grana. Lascia alla chiesa della Ss. Trinità una giara e una tunica di velluto rosso, dalla quale ricavare una tovaglia per l’altare della cappella dell’Annunciazione; alla medesima chiesa lascia altresì una ciotola d’argento, da cui presbiteri siano tenuti a ricavare trenta libbre di cera lavorata, mentre con il surplus siano celebrate messe per la sua anima. Lascia a Brigante, suo parente, quattro tomoli di orzo e frumento, che sono in località li Graminasi. Lascia a Domenica de Rusulillo, sua moglie, la biancheria, il rame ‹?› e il ferro, nonché un’oncia per la dote ricevuta al tempo del matrimonio; alla medesima, lascia cinque once per il dotario; una cintura neapolitana d’argento, una gunnella (mantello) verde e un mantello rosso. Lascia ad Antonello de Orfina ovvero Erfina› un tarì pro bono servitio; lascia a Domenico ‹?› Zaccagnino un mantello, una tunica nera e un paio di calze. Lascia a Pietro Catalano un mantello, una tunica e un paio di calze. Destina otto tomoli di pane per fare la carità. Dispone che Antonello e Pietro Catalano, finché rimangono nella sua casa, siano mantenuti e nutriti con i suoi beni. Lascia alla moglie Domenica un padiglione da letto, grande e nuovo; a Brigante e a Velle, suo fratello, un cofanetto grande, usato, per ciascuno; a Pietro Catalano, una balestra in acciaio. Dispone la vendita dei buoi e di un’ulteriore ciotola d’argento per le sue esequie, per soddisfare il testamento e per la celebrazione di messe per la sua anima. Stabilisce che l’eventuale surplus sia destinato alla riparazione del campanile della chiesa della Ss. Trinità. Elegge quali propri epitopi Velle de Aivena, suo fratello, e il predetto Brigante. Lascia a Caterina sua sorella un tarì; al predetto Velle due botti per il vino; a Domenica sua moglie un barile; all’istituendo ospedale di S. Benedetto, un paio di lenzuola e una coperta e, qualora tale istituzione non vada a buon fine, lascia dette lenzuola e la coperta a un ulteriore ospedale a scelta dei propri epitopi. Destina due tarì alla confraternita di S. Maria degli Angeli, i cui confratelli devono partecipare alle sue esequie con gli abiti confraternali. Lascia a Velle, suo fratello, il rame da lui posseduto e a Domenica, sua moglie, il peltro. Destina a Luca suo nipote un mantello rosso e a Pascarella, sua cognata, un panno rosso sufficiente a farne delle calze. Lascia a Pietro Catalano un mantello rosso; ad Antonello de Erfina unam farneam di panno bianco e rosso; ad Antonello de Prisifo tre taliolas di frumento, una forma di formaggio e carni salate.
bibliography
- ASNa, Regia Camera della Sommaria, Diversi, 1a numerazione, Dip. Somm., I, 309, n. 4bis, cc. 273v-277v, n. 80 [S].
- Gerardi-Panarelli, Fonti per la storia degli ospedali in Basilicata (secc. XIII‐XVI): spunti di indagine, p. 73.
teibody
(c. 273v) In nomine domini nostri Iesu Christi amen. Anno nativitatis ipsius millesimo quatricentesimo quinquagesimo ottavo, regnante serenissimo et illustrissimo domino ‹sic›
Nos ‹sic› ad domum ‹sic› nil certius morte et nil incertius hora eius et cupiens de salute anime sue salubriter providere, in nostrum qui supra iudicis, notarii et testium ad hoc per eum specialiter vocatorum et rogatorum ac existentium coram eo et ‹in› eius presentia, de rebus et bonis suis omnibus presens suum ultimum nuncupativum condidit testamentum ac eius ultimam voluntatem, ordinationem et dispensationem fecit in modum infrascriptum, cassatis primitus, irritatis et annullatis per eum omnibus et singulis aliis suis testamentis, codicillis et ultimis eius voluntatibus quibuslibet aliis per eum utriusque fattis et conditis seu fieri missis ‹per› manus quarumcumque personarum, sub quacumque forma et tenore et verborum expressione; et voluit, statuit et mandavit testator ipse expresse quod presens testamentum suum nuncupativum sit ultimum et finale, ordinatione et dispositione sui animi, et quod valeat et teneat perpetuo iure testamenti et si iure testamenti forsitan non valeret, valeat et teneat saltim iure codicillorum, iuxta legati, epistole donationis causa mortis // (c. 274v) et omni alio iure, via, modo sue ultime voluntatis quo vel quibus melius aptius de iure valere et retinere potest et debet omnibusque aliis suis testamentis prevaleat et executioni debite reali ‹sic› demandetur per executores suos infrascriptos, omni cessante Falsidia Tribellianica et alio quocumque iure sive contraditione et prohibitione heredis sui. In primis quidem testator ipse, quia principium et fundamentum omnium testamentorum est heredis institutio, idcirco testator ipse heredem sibi instituit atque fecit ‹sic› in supraditto tenimento, confinatas ‹sic› etc. et quod fratres Minores veniant in obsequiis suis // (c. 275v) et pro eventu illorum habeant dittam tertiam partem dittarum terrarum et quod plus valoris sint libere ditte ‹sic›, secundum invenit dittos pannos, heres et ferrum; item legavit ditte ‹sic› ditta domo et quod solvat plus illo pretio ditta ‹sic› ‹sic› ‹sic› // (c. 276v) venditionis facere debeant celebrare missas pro anima sua; item voluit et legavit quod, soluto testamento, omnia superflua de bonis suis, mobilibus et stabilibus et quod positis, sint pro reparatione campanarii ‹sic›; item legavit
Così S perCosì S qui, in seguito e in docc. coeviAyvena, Arvena
Così S peressemus
Così S permortis
Così S perhucusque
Così S periure
Così S perFalcidia
Si ipotizza una omissione in S, non risarcibile
Corretto da altre fonti
Così S per ?cum
Così S perdefraudatione
Così S perpatrino
Così S per ?Dominico,
ovvero probabile attore citato in precedenza in corrispondenza di parti omesse
Così S per ?nigrum
Omissione in S
Così S persupradictis Antonello et Petro
Così S per?cum
Così S perubicumque
Così S perfidei
Così S perobsequia sua
Così S periuris
Quod scripsi ego prefatus
Ego
Ego donnus
† Ego donnus
† Ego donnus
† Ego magister
† Ego diaconus
† Signum crucis proprie manus
† Signum crucis proprie manus
† Signum crucis proprie manus
notes alpha
notes int