Documenti medievali di Potenza tràditi nel volume della Sommaria

date

1348-08-10

title

48. Instrumentum testamenti di Raimondo de Raimundo

summary

Raimondo de Raimundo di Potenza, malato nel corpo ma nel pieno possesso delle proprie facoltà mentali, in presenza di sette testimoni, del giudice annuale di Potenza, Leonardo de Carruba, nonché del notaio pubblico di Potenza, Giacomo, fa rogare il proprio testamento, stando nella propria casa sita nella parrocchia di S. Gerardo; segnatamente: istituisce quali propri eredi i figli naturali ‹Ruggero›, Francesca, Ysalda e Angelilla, nonché gli eredi di sua figlia Floridia, passata a miglior vita; elegge quale luogo della propria sepoltura la chiesa di S. Gerardo di Potenza e, in particolare, chiede di essere sepolto dietro l’altare maggiore, dove sono tumulate le spoglie del padre Nizardo ‹ovvero Riccardo› de Andria (per la qual sepoltura fa un lascito di un’oncia); lascia per le decime sottratte indebitamente sette tarì e mezzo; fa un lascito di sette tarì e mezzo per messe cantate nella chiesa di S. Gerardo; lascia alla chiesa della ss. Trinità sei carlini per fare ‹lacuna›, più tre tarì da destinare ai chierici per messe cantate e tre tarì per suonare le campane e affinché i chierici partecipino alle sue esequie; lascia alla chiesa di S. Michele, per riparare il campanile, sette tarì e mezzo, più tre tarì ai chierici per messe cantate; lascia alla chiesa di S. Francesco di Potenza, per la riparazione della tribuna, sette tarì e mezzo, più tre tarì per messe cantate, più altri sei tarì per i chierici che prenderanno parte alle sue esequie; lascia alla chiesa di S. Caterina, per la fabbrica, tre tarì e sei per l’anima della moglie, più due tarì per i chierici che prenderanno parte alle sue esequie e per il suono delle campane, più altri due tarì per messe cantate; lascia alla chiesa di S. Maria del Sepolcro, per il suono delle campane e per i chierici che parteciperanno alle esequie, tre tarì; lascia alle monache di S. Lazzaro, affinché preghino per l’anima sua e della moglie, tre tarì; lascia alla chiesa di S. Maria Annunziata tre tarì; fa un lascito per la riparazione della chiesa di S. Sofia pari a sette tarì e mezzo, più sei tarì per l’anima della moglie; lascia alla chiesa di S. Luca, per il suono delle campane e per le monache che pregheranno per l’anima sua e della consorte, tre tarì; lascia al diacono Giovanni, figlio di Benevento di Potenza, la metà delle terre che furono di Andrea de Albano e di Antonello suo fratello, unitamente alla metà delle terre che furono di Nicola de Poro, la metà delle terre che furono di Giacomo di Francesco Strambi e comanda che, qualora il detto diacono Giovanni diventi sacerdote, preghi per la sua anima e alla sue morte dette terre passino nel possesso di un sacerdote della chiesa di S. Gerardo ‹?›, unus post alterum; lascia alle suore Iacoba e Bice due tarì ciascuna; lascia al vescovo di Potenza, affinché presenzi alle esequie, sei tarì; fa un lascito di cinque once ad pias causas; lascia cinque once, più un tarì e mezzo, per i mali incerti commessi; lascia tre once per la cera e per le spese in vista delle sue esequie e sei tarì per il testamento; lascia ad Adamiano de Carruba quindici tarì, di cui la metà da corrispondere all’epitropo Giuliano de Raimundo; lascia a Supplicia, sorella di detto Giuliano ‹lacuna›; lascia all’‹ospedale› di S. Domenico quindici tarì; al predetto Giuliano quattro once da distribuire tra le fanciulle da maritare; alla chiesa di S. Lorenzo di Padula ‹?› un’oncia; alla chiesa della Ss. Trinità tre once da parte del defunto nipote Gregorio; alla chiesa di S. Lorenzo di Padula la metà delle terre in località Ovinaldis ‹ovvero Cutualdis› e la metà delle terre che furono di Silvestro Falchione, unitamente alla metà delle terre di Nicola de Potefixia ‹ovvero Petrafixa?› e a due vasi d’argento; lascia ad Andrea de notario Andrea la quarta parte delle terre che furono di Giacomo de Amore e la metà delle terre in contrada Camberi ‹?›; ai nipoti Cola e Raimunduzio, figli della sorella Beatrice, dodici tarì ciascuno, sei per la sua anima, sei per quella della moglie; le case possedute pro indiviso dalla moglie con la sorella Iacoba sono destinate a un prete di S. Gerardo affinchè preghi per la loro anima; alla chiesa di S. Sofia lascia due casili in rugha Camposenorum ‹ovvero Campi Saracenorum ?›; istituisce quali propri epitropi il vescovo di Potenza e Andrea de notario Andrea.

bibliography

  • Inserto in doc. n. 53, ASNa, Regia Camera della Sommaria, Diversi, 1a numerazione, Dip. Somm., I, 309, n. 4bis, cc. 184v-193v, n. 59 [S].
  • Rendina, Istoria della città di Potenza, ediz. Abbondanza, p. 266; ediz. Villani-Mariano-Caserta, p. 269 (sotto l’anno 1354, data della testimonianza in cui è inserto); Pedìo, Cod. e cart. Potentino, pp. 335; Id., Cartulario della Basilicata, III, p. 97.

teibody

Die decimo mensis augusti, prime inditionis, Potentie, in domo in qua habitat sita in parrochia Santi Gerardi, iuxta domos dopni Dominici Molli mediante quintana comuni, menia ditte civitatis Potentine, ruga vicinali et aliorum.

Il documento è stato datato tenendo conto del computo indizionale e di quanto riportato nella testimonianza in cui è inserto, ovvero che sono trascorsi già diversi anni dalla morte del testatore (cum iam sunt elapsi plures anni a morte Raimundi). Nel 1336 (doc. n. 41) Raimondo de Raimundo era ancora vivo; tra questa data e il 1354 (anno in cui il testamento fu trascritto) la I indizione spettò al 1348.

In presentia magistri Lonardi de Caruba Potentini annalis iudicis Potentie, Ciccarelli de Albano, dopni Principis clerici Sante Trinitatis de PotentiaPotentia, dopni Andree de notario Andrea, iaconi Nicolai de Farzulo, Leonardi de Puntio, Lonardi de Dominici, Colye de Quiverreno et notarii Iacobi de eadem civitate puplici ubilibet per totum regnum Sicilie reginali autoritate notarii, ego magister Raimundus de Raimundo de Potentia, eger corpore sanus tamen mente et in retta locutione, facio, constituo et ordino meum testamentum seu ultimam voluntatem, quam esse volo ultimam et finalem, in quo quidem testamento seu ultima voluntate constituo heredes dopnum Franciscum, Ysaldam et Angelinam filios suosa legitimos et naturales, ac heredes quondam Floridi ‹sic› filie mee legitime et naturalis, in omnibus bonis more ‹sic› et preterquam infrascripta legata et fidei commissos, in quibus nolo quod hec ‹sic› Falcidia locum habeat seu sint, lego et dispono particulariter pro integra medietate ‹sic› et exequantur; in primis eligo in sepulturam // (c. 186r) in ecclesia Santi Gerardi post magnum altarem in loco ubi positus fuit pater suus ‹sic› Niczardi de Andria et pro sepultura preditta lego ipsi ecclesie unciam unam; item pro defraudatione decimarum carlenos septem cum dimidio; item pro missis cantandis in ipsa ecclesia tarenos septem cum dimidio; item lego ecclesie Sante Trinitatis de Potentia pro […] fienda carlenos sex, preditte ‹sic› clericis ipsius ecclesie pro missis cantandis carlenos tres, pro eadem ecclesia, pro pulsatione campanarum et quod ipsi clerici veniant ad exequias meas, tarenos tres; item lego clericis Santi Michaelis pro reparaptione campanilis tarenos septem cum dimidio; item clericis ipsius ecclesie pro missis cantandis tarenos tres; item lego ecclesie Santi Francisci de Potentia, pro reparatione tribune, tarenos septem cum dimidio, item pro missis cantandis in eadem ecclesia Santi Francisci tarenos tres; item lego fratri Francisco de Iuliano tarenos duos; item ipsi ecclesie Santi Francisci, quod fratres veniant ad exequias meas, tarenos sex; item lego ecclesie Sante Catherine, pro fabrica, tarenos tres et pro anima uxoris mee tarenos sex; item clericis ipsius ecclesie, quod veniant ad exequias meas et pro pulsatione campanarum, tarenos duos; item ipsis clericis pro missis cantandis tarenos duos; item lego ecclesie Sante Marie de Santo Sepulchro, pro pulsatione campanarum et quod clerici ipsi veniant ad exequias meas, tarenos tres; item lego monialibus Santi Lazari, ut orent Deum pro anima mea et uxoris mee, tarenos tres; item lego ecclesie Sante Marie Annunziate ut [...........] ipsi ecclesie orent Deum pro anima mea et uxoris mee, tarenos tres; item lego ecclesie Sante Sophie de Potentia, pro reparatione, tarenos septem cum dimidio et pro anima uxoris mee tarenos sex; item lego ecclesie Santi Luce, pro pulsatione campanarum et quod moniales ipsius ecclesie orent Deum pro anima mea et uxoris mee, tarenos tres; item lego iacono Ioanni filio magistri Beneventi de Potentia medietatem terrarum que fuerunt Andree de Albano et Antonelli fratris eius et medietatem terrarum que fuerunt magistri Nicolai de Poro et medietatem terrarum que fuerunt Iacobi Francisci Strambi et volo et mando quod, si predittus iaconus Ioannes veniet ad ordinem presbiteratus, oret Deum pro anima et quod h(ab)e(at) terr(as) mee ‹sic› et, post mortem ipsius iaconi Ioannis, dent terre ipse uni sacerdoti santi Lizardi et successive // (c. 186v) unus post alterum imperpetuum oret Deum pro anima mea et uxoris mee; item lego sorori Iacoba et sorori Bice et cuilibet carlenos duos pro anima mea et uxoris mee; item lego domno episcopo Potentino, ut veniat in obsequiis meis, tarenos sex; item lego ad pias causas uncias quinque distribuendas per manus infrascriptorum meorum epitroporum et pro casis egentibus sic melius videbitur eis; item lego pro malis oblatis incertis uncias quinque; item pro simili causa tarenum unum et medium; item lego Ber ... ‹sic› tarenos tres et pro anima uxoris mee tarenos tres; item lego pro cera et denariis pro exequiis meis uncias tres et pro testamento tarenos sex; item lego Adamiani de Carruba tarenos quindecim, de quibus medietatem solvat epitropi ‹sic› Iuliani de Raimundo; item lego donne Supplice sorori ditti Iuliani ...... ‹sic› vesprali Santi Dominici tarenos quindecim; item Iuliano preditto ‹cui› legavit tantum uncias quatuor, volo et mando quod ipsa pecunia distribuatur pro maritandis orphanis, pro anima mea et uxoris mee per manus infrascriptorum pitroporum meorum; item lego ecclesie Santi Augustini de Padua et fratribus, pro anima mea et uxoris mee, unciam unam; item lego ditte ecclesie Sante Trinitatis uncias tres ex parte Gregorii quondam ne(potis) mei; lego ecclesie Santi Laurentii de Padua medietatem terrarum villorum de Ovinaldis et medietatem terrarum que fuerunt Silvestri Falchioni et medietatem terrarum Nicolai de Potefixia et nappas duos de argento; item lego dopno Andrea de notario Andrea quartam partem terrarum que fuerunt Iacobi de Amore et medietatem terrarum que sunt in contrata Camber(i), lego et volo et comando quod sint habebit fructuus terre, unciam unam et oret pro anima mea et uxoris mee; item lego Cole de Raimundutio, nepotibus meis, filiis quondam Beatricis sororis mee, tarenos duodecim cuilibet, tarenos sex pro anima mea et uxoris mee; item lego medietatem [.....] quam habeo pro indiviso cum ditto Iuliano in platea Potentina; item lego Santi Girardi de Potentia pro luminariis, pro anima mea et uxoris meeaa // (c. 187r); item lego, volo et mando quod, sic uxor mea voluit et manda(vi)t, domos quas pro indiviso habent uxor mea cum dopna Iacoba sorore sua, iuxta domos dopni Francisci de quondam magistri Iacobi Petri Potentini, viam puplicam et aliqua domus, sit et assignetur uni presbitero Santi Gerardi preditti ut oret Deum pro anima mea et uxore mea prefata; item lego ditte ecclesie Sante Sophie casilia mea que sunt in rugha Camposenorum de Potentia ut supra iuxta domos quondam domini Nicolai de Stampis, iuxta domum Antonii presbiteri Potentini, veneretitur ‹sic› predittus faciat rationem cum dittis Angelo de Costa vel cum sociis suis et ostense uccusque quamvis unus alteri satisfiat. Et lego et facio meos exequtores, epitropos et exequtoresdd presenti mei testamenti seu ultime voluntatis dominum episcopum Potentinum, dopnum Andream prefatum et exequtionis ‹sic› in solidum et donec trado eis et ipsorum cuilibet autoritatem, liberam potestatem capiendi omnia bona mea et uxoris mee, tam stabilia quam mobilia, seseque moventia vel non, ipsaque distribuenda et assignanda, vendenda, alienanda et vendendadd quibuscumque personis, in totum vel in partem, pro satisfatione et usque ad satisfationem integram presentis mei testamenti seu ultime voluntatis; et volo et mando quod si presens meum ultimum et finale testamentum seu ultima voluntas non valeret iure testamenti, saltim valere voluit ‹sic› iure codicillorum vel alterius cuiuslibet ultime voluntatis sic melius valetur et possit et potest, ut mea voluntas ut supra particulatiter et executioni demandetur.

Dubito della lettura Rendina Riccardi Così S per tarenos, qui e in seguito Così S per ? Gerardi Così S, Rendina hospitali Trattasi di un errore di trascrizione per S. Laurentii de Padula; invero al momento non trova riscontro nelle fonti la presenza nella Potenza medievale di una istituzione ecclesiastica intitolata a Sant’Agostino, né tantomeno ha ragione di essere l’accostamento del santo di Ippona a Padova; quanto al convento cappuccino di S. Antonio, la sua attestazione a Potenza data a partire dal 1533 e al XVI secolo risale la stessa fondazione dell’ordine. Chiariti questi aspetti, non restano molti dubbi circa l’istituizione ecclesiastica destinataria di questo e di un ulteriore lascito declinato in seguito, giacché un transunto del doc. in questione, relativo ai legati in favore della Certosa di Padula, trovasi tra le pergamene del monastero di S. Lorenzo conservate a Cava de’ Tirreni (Repertorio delle pergamene dell’Archivio Cavense, I, p. 307 (LXXVI, 5). Così S per Padula Così S per in loco Così S per Cutualdis Così S per ? Petrafixa Così S per ? si non Così S per ? et Così S per ? Campi Sacaceni

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