
Documenti medievali di Potenza tràditi nel volume della Sommaria
date
1382-11-04
title
78. Instrumentum testamenti di Margherita de Garruba
summary
Margherita de Garruba, moglie di Andrea de Casali Aspero, iure Romano vivens, stando presso il monastero femminile di S. Lazzaro di Potenza, giacendo a letto in quanto ammalata, ma nel possesso delle proprie facoltà mentali e locutorie, fa rogare il proprio testamento ultimo e definitivo, nel quale elegge quali propri eredi, per tutti i propri beni mobili e immobili, Nicola e Diana de Casali Aspero suoi figli legittimi e naturali, ad eccezione dei sottoscritti legati e fedecommessi; segnatamente, elegge quale luogo di sepoltura la chiesa di S. Gerardo di Potenza, alla quale lascia quindici tarì; lascia, per il male eventualmente commesso, tre tarì; lascia a Floria de Theodoro un tarì, in quibus sibi tenetur; stabilisce che tutti i chierici e i frati minori della città di Potenza, qualora lei muoia, prendano parte alle proprie esequie; lascia pro luminaria alla chiesa di S. Gerardo un appezzamento di terra sito nel tenimento di Potenza, nel luogo detto La via de li Palmenti; lascia a suor Antonella, monaca del monastero di S. Lazzaro nonché sua sorella carnale, due once di carlini d’argento; fa un lascito in favore di Nicola de Garruba, cantore di Potenza, nonché suo zio paterno, pari a un’oncia; lascia all’abate Giovannotto de Garruba, suo zio paterno, un’oncia; lascia ai suoi fratelli, il diacono Cicco e ‹?› de Garruba, un’oncia per ciascuno; stabilisce che a sue spese, per adempiere un voto da lei fatto, una persona visiti santum Angelum de Monte (unus homo qui vadat), in nome e per parte di detta testatrice, e che del pari - sempre a sue spese – un’altra persona si rechi a Santa Maria de Nova detta de lo Monte; lascia al predetto diacono Cicco de Garruba, suo fratello, sedici tarì ad quos sibi tenebatur; lascia alla badessa del monastero di S. Lazzaro, dodici tarì ad quos sibi tenebatur; lascia al giudice Meulo, tre tarì ad quos sibi tenetur; lascia a Giovanna de Balzano tre tarì, in quibus sibi tenetur; lascia a Domenico de Grazioso, suo zio paterno, due tarì; lascia a sua figlia Diana una cintura d’argento, con la condizione che qualora quest’ultima non pervenga alla maggiore età, detta cintura passi nel possesso della chiesa di S. Gerardo e che sia fatto un calice per ornamento di detta chiesa; lascia al predetto abate Ioannoto, suo zio paterno, e a suo figlio Nicola, per le spese sostenute durante la sua malattia, un’oncia; stabilisce inoltre che, soddisfatto tutto quanto declinato nel presente testamento, qualora rimanga qualcosa, questo surplus passi nel possesso dei propri epitopi, che potranno farne ciò che vogliono; elegge quindi quali propri distributori, esecutori ed epitropi Nicola de Garruba cantore, Ioannotto de Garruba abate, Cicco de Garruba diacono e Nicola de Garruba.
bibliography
- ASNa, Regia Camera della Sommaria, Diversi, 1a numerazione, Dip. Somm., I, 309, n. 4bis, cc. 237v-239r, n. 70 [S].
teibody
(c. 237v) In nomine domini nostri Iesu Christi. Anno a nativitate eiusdem millesimo tricentesimo ottuagesimo tertio, regnante serenissimo principe et domino nostro
Nos ‹sic› ad suas expensas, ex voto fatto, per eam mittatur et vadat quidam alius homo ad ‹sic› testatrix legavit preditto
Così S perimproviso
Così S perlababimus
Salto in S, manca un nome
Così S perDemetrio
(da docc. coevi)
Si rileva una incongruenza, frutto di un probabile errore di trascrizione; in effetti Nicola cantore, ovvero Nicola de Garruba, cantore, è citato due volte nell’elenco degli epitropi, uno dei quali era pressoché certamente Nicola, figlio della testatrice
Quod scripsi ego prefatus
† Ego qui supra
† Ego diaconus
† Ego
† Ego
† Ego
† Ego
† Ego
† Ego
Così S perNicolaus ... canonicus
Così S perGaeta
(da docc. coevi)
Così S perCorbus
(da docc. coevi)
notes alpha
notes int