
Documenti medievali di Potenza tràditi nel volume della Sommaria
date
1248-08
title
8. Instrumentum testamenti di Pixonus de Saxo
summary
Pixonus de Saxo, cittadino di Potenza, malato nel corpo ma sano di mente, fa rogare il proprio testamento nuncupativo (ovvero sine scriptis), nel quale: istituisce quali propri eredi i figli Francesco e Bona (moglie di Alessandro de Camerario); lascia alla moglie Flamenga, per la dote di otto once che confessa di aver ricevuto, la integra terza parte dei suoi beni ovvero la facoltà di scegliere fra la tertia e la dote predetta; fa un lascito ai chierici di S. Michele pari a cinque solidi annui da ricavare da una terra da lui posseduta in contrada Tora e da versare il 31 gennaio (sia che egli muoia, sia che si rimetta) affinché in tale giorno i chierici suddetti preghino per l’anima del figlio Roberto; lascia all’episcopio tre tarì d’oro e, qualora il vescovo prenda parte alle sue esequie, fa un lascito in suo favore pari a due tarì; lascia alla chiesa della Ss. Trinità di Potenza due tarì; lascia alla predetta chiesa di S. Michele di Potenza sette tarì e mezzo; lega al presbitero Costantino, suo padrino, un tarì; lascia a Ponti de Torello un tarì; lascia alla chiesa di S. Michele tre ulteriori tarì a titolo di risarcimento per decime sottratte; lascia alla nipote Alessandrina un quarto di oncia derivante dal prezzo di una casa da lui posseduta in comune con Adda, padre di Alessandrina nonché suo fratello; lascia al predetto fratello Adda la macchia del fu Giovanni de Anselmo, nonché la porzione a lui spettante delle terre possedute in comune con il fratello in Pantano; stabilisce, in caso di premorienza del figlio Francesco prima di aver raggiunto la maggiore età, che la terza parte di una vigna da lui posseduta in contrada S. Eunofrio sia data al presbitero Stefano, canonico Potentino, e alla di lui morte passi nel possesso della chiesa di S. Michele per la salvezza della sua anima; lascia a Flamenga sua moglie un ulteriore terzo di detta vigna, stabilendo che alla sua morte passi nel possesso della figlia Bona, alla quale lascia altresì l’ulteriore terzo di detta vigna (dopo la morte del fratello Francesco); da ultimo, elegge quali propri epitropi il fratello Adda e il presbitero Stefano.
bibliography
- Pellettieri, Le pergamene di Potenza di età normanno-sveva cit., n. pp. 99-90 n. 9 (sotto l’anno 1247)
- ASNa, Regia Camera della Sommaria, Diversi, 1a numerazione, Dip. Somm., I, 309, n. 4bis, cc. 144v-145v, n. 50 [S].
- Originale: Napoli, Biblioteca della Società Napoletana di Storia Patria, Diplomatico, Pergamene del Fondo Fusco, (25-Potenza), segn. 10 BB I n. 9 [A].
- Pedìo, Cod. dipl. pot., pp. 142-143 n. IX; Id., Cod. e cart. Potentino, p. 326; Id., Cartulario della Basilicata, I, p. 269.
teibody
(c. 144v) ✝ In nomine Dei eterni amen. Anno dominice incarnationis millesimo ducentesimo quadragesimo septimo, mense augusti, sexte indictionis, imperanti vero domini nostri
Aimperii
In presentia
Aiudice
ACamerario
Avuluerit
Così S e A
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Aterciam
Aet sit
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Et taliter ego
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Signum manus magistri
Signum manus
notes alpha
notes int