Formulario di petitioni, responsioni e repplicationi per Astorre II Manfredi, signore di Faenza
idno
XV
date
title
Risposta del signore cum reprehensione, volendo fare iustitia.
summary
Responsiva alla precedente nella quale il signore rimprovera il petitore per la rozzezza della petizione.
bibliography
- Bologna, Biblioteca Universitaria, 226 (già 272), cc. 15v-16v.
teibody
Risposta del signore cum reprehensione, volendo fare iustitia.
1. Assai manifestamente comprehendo per lo vostro lungo parlare, carissimo mio, quanto l’animo vostro sia al presente appassionato e maldisposto in verso la persona de ser Marco, adversario vostro, del qual parlate molto sinestramente, e fate d’i suoi facti una lunga e simulata hystoria, la quale [16r] al mio parere poco achade al presente al proposito dela vostra causa e dela differentia che havete cum lui, la qual forsi havete lasciata adrieto per fare al vostro lungo dire più bella coda, o forsi è stato per poca memoria. 2. Ma lui è ben, come voi dite, un bel dicitore, e sa commodamente compore sue parole, e a quisti dì mi narrò tutta questa vostra facenda cum bel modo e più riposado che non haveti facto voi, senza far mentione alchuna d’i vostri costumi o de vostra vita, come voi fate dela sua, ma honestamente me disse il fatto suo, e mostròmi alcune scripture autentiche e bone, le quale pareno molto contrarie ala vostra intentione. 3. Und’io non ho al presente a iudicare alcun suo mancamento o sua conscientia, né a riguardare se lui porta le veste non pagate, o se cerca [16v] cum sue belle parole farsi tenir valente e grande tra la gente, imperoché infino a qui non ho havuto querella alcuna di lui se non da voi. 4. Il quale, se non haveti altro modo che questo, o altra via da diffendere la causa vostra, o mostrare qualche più efficace rasone contra la dimanda sua, io dubito che non perdiati la questione, imperoch’io per mi non potrei fare a vostra instantia ordini o statuti novi che havesseno a satisfare al bisogno vostro e fusseno in preiuditio altrui. 5. Ma usate le rason vostre come meglio sapete e possete, ch’io farrò dal canto mio tutto quello che sia iusto in non vi lasciar far torto alcuno, ma un’altra volta honestative nel parlare come se conviene ale persone da bene come voi.
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