I percorsi di Giustino Fortunato

date

1909

author

Azimonti, Eugenio

title

Zona montuosa o zona occidentale. Caratteri fisici, economici, demografici del territorio

summary

bibliography

  • Inchiesta parlamentare sulle condizioni dei contadini nelle provincie meridionali e nella Sicilia, vol. V – Basilicata e Calabrie, Tipografia Nazionale di Giovanni Bertero, Roma 1909, pp. 11-13

teibody

Geograficamente è costituita dai bacini delle alte valli, coi nuclei montagnosi più imponenti, quali sono quello che fa da spartiacque tra il Basento, l’Agri e il Sele (col Platano , che va nel Tanagro e questo nel Sele), il cui punto culminante è il Volturino, con la quota metri 1836 sul livello del mare; e quello che divide le acque tra l’Agri, il Sinni ed il Noce, il cui punto culminante è il Serino, con la quota di m.2007 sul livello del mare.

Comprende, per solo versante settentrionale, il maestoso massiccio montuoso delPollino (m.2271 sul livello del mare).

Racchiude ancora, ma assai meno alpestri dei precedenti, il nucleo montagnoso separante i bacini del Basento, del Bradano, del Sele (con la fiumara di Ruoti che va nel Tanagro e questo nel Sele) e dell’Ofanto (punto culminante il Carmine di Avigliano, con la quota di m.1230 sul livello del mare) e quello dividente le acque tra l’Ofanto e il Sele (punto culminante lo Squadro, interposto tra San Fele e Bella, avente la quota di m.1342 sul livello del mare).

Topograficamente si alternano le pendici erte e dirupate (regno della silvicoltura e della pastorizia) con gli altipiani a non forte pendio, e in qualche punto quasi pianeggianti (piani delle mattine di Potenza) e coi fondi di valle, in alcuni punti antiche sedi di laghi post-pliocenici e però pianeggianti e di qualche importanza agricola (alta valle dell’Agri; alta valle del Basento, coi piani di Santa Aloia e del lago di Pignola, ecc.).

In complesso, però, predominano, come è ovvio, le pendici a forte pendenza e le valli con fondo piano poco ampio.

Geologicamente è una delle regioni più disgraziate che immaginare si possa. I nuclei montagnosi più alti, e però più antichi, costituiscono terreni saldi, ma sterili; «Sono costituiti da una poderosa impalcatura di calcari triasici a noduli di selce e halobie, sormontati da fitte stratificazioni di schisti silicei, insieme coi quali sono curvati e corrugati in pieghe tettoniche di una mirabile precisione. Tali rocce silicee triasiche costituiscono una specialità della Lucania» (De Lorenzo).

Se il geologo ha di che compiacersi, non altrettanto può dirsi dell’agronomo. Si hanno, da tali schisti silicei, delle terre tra le più povere che si trovino in Italia.

I massicci meno imponenti, geologicamente meno antichi, che ai primi si appoggiano, hanno un’altra ben triste prerogativa: quella di essere tra i terreni più instabili di tutta Italia. Si compongono, invero, per buona parte del così detto flysch, caratteristico dell’eocene superiore, vario di schisti, di argille scagliose, di galestri, di calcari marmosi, di brecce, di conglomerati e di arenarie a elementi cristallini, facili ad essere decomposti, trasformati, rammolliti, disgregati e dissestati dall’azione degli agenti atmosferici, non che da quella dei fili d’acqua sottili ed innumerevoli serpeggianti tra i predetti svariati sedimenti del flysch eocenico: acque sotterranee, provocanti, sui liscioni di scorrimento, il varamento delle masse soprastanti, quando, per opera di torrenti, è stato scavato e scalzato il piede delle sponde. Da ciò scoscendimenti o smottamenti e frane innumerevoli.

Costituiscono poche e piccole oasi nel grande deserto di questo tristissimo territorio frastagliato e instabile gli antichi fondi di laghi postpliocenici dell’alta valle d’Agri, tra Marsico Nuovo e Saponara di Grumento; del piano di Baragiano (alta valle del Calore); del piano di Tito e Pignola (alta valle del Basento).

Climatericamente è una regione con inverno lungo e piuttosto rigido, con nevicate a volte abbondanti; quasi mancante di primavera; con estate breve e non eccessivamente calda, asciutta; con venti fortissimi e predominanti in ogni stagione. Le abitazioni, le fogge del vestire, il vitto, ecc., risentono di tali condizioni climateriche.

Il carattere generale prevalente del territorio è agrario; mancano completamente le industrie manifatturiere.

Agrariamente, aveva in tempi non molto lontani forse più importanza la pastorizia, che non l’agricoltura propriamente detta; ma oggidì che la pastorizia nomade è pressoché scomparsa, l’agricoltura, per quanto miserrima, prevale per importanza sulla pastorizia.

Popolazione. Quantità. Densità – La zona in questione abbraccia il territorio di 34 dei 44 Comuni del circondario di Potenza, e però grandissima parte di esso; quello di 29 dei 39 Comuni del circondario di Lagonegro, e però pure una grandissima parte di esso; quello di non molti Comuni del circondario di Melfi, e cioè di 8 dei 19 che lo compongono. Il circondario di Matera può dirsi non entri nulla in questa zona, perché la piccola striscia di esso (comuni di Garaguso [Calciano] e Accettura) che ha i caratteri della zona in questione, è di superficie insignificante, per rispetto a tutto il resto del circondario.

Come densità di popolazione di questa zona montuosa può, perciò, pigliarsi, in mancanza di una nozione precisa sulla sua estensione superficiale, la media dei due circondari di Potenza e Lagonegro.

Potenza………………………………… kmq. 3093 160,046 popolazione al 1901

Lagonegro……………………………… kmq. 2389 107,786 popolazione al 1901

Totale (zona montuosa e occidentale)….. kmq. 5482 267,832 pop. (48,8 ab. per kmq.)

Date le tristissime condizioni naturali di questa zona e la conseguente sua limitata capacità produttiva per l’altitudine del terreno ingrato e, soprattutto, per i metodi assai rudimentali di sfruttamento delle già scarse attitudini produttive del suolo, può ritenersi sia relativamente notevole tale densità di popolazione.

Se si tien presente che dal 1881 al 1901 la popolazione di questa zona ha subito una diminuzione notevole, che è di 38,233 abitanti sopra 273,951 che ne aveva al 1881, ossia del 13%, non si può fare a meno di essere meravigliati del come potesse vivere sopra tale territorio una popolazione relativamente così fitta, pure supponendo che prima del 1881 la produzione lorda complessiva dell’agricoltura e della pastorizia fosse maggiore che non nel 1901.

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