Chi si faccia a guardare la carta delle strade ferrate del regno, e getti l’occhio su la regione ofantina dell’ Italia Meridionale, in cui l’Appennino, aprendosi ad angolo, dà origine a’ più notevoli fiumi della estrema parte della penisola, non può non esser colpito dalla figura così regolare della rete di ferrovie, che ivi si trova, e dalla importanza, che vi tiene la linea da Foggia a Potenza.
Intermedia fra la Benevento-Avellino-Salerno e la Bari-Gioia-Taranto, la linea Foggia-Potenza è via trasversale fra la Benevento-Foggia-Bari e la Salerno-Potenza-Taranto, che si collegano alle due arterie litoranee, la mediterranea e l’adriatica; e, incrociandosi al ponte di Santa Venere con l’Avellino-Gioia, essa è inoltre via divisoria di questa nuova strada di complemento, la quale, dal canto suo, è quasi parallela alle due linee rispettivamente laterali, la foggiana in su e la potentina verso mezzogiorno.
Militarmente considerata, la linea Foggia-Potenza rappresenta l’ultima traccia della grande arteria centrale, che, serpeggiando non interrotta or da un lato e or dall’altro della catena appenninica, discende libera dalla valle del Po ai bacini dell’Ofanto e del Basento: e quivi, poiché allaccia a mezzo corso le maggiori diramazioni interne, che abbia il Mezzodì, forma, a un tempo, parte della sola base di operazione strategica, su cui possa un giorno, nella mobilitazione dell’esercito, fare assegnamento, lungo il parallelo di Potenza, la difesa nazionale. E, in quanto al suo aspetto economico, la linea Foggia-Potenza, che avrà una lunghezza di 118 chilometri, è senza dubbio via di transito di quasi tutti i mercati della provincia di Basilicata per il versante orientale della Media e dell’Alta Italia; perché, al presente, da Potenza a Foggia si ha un percorso di 345 chilometri a mezzo della Taranto-Gioia-Bari, di 297 della Salerno-Avellino-Benevento: essa, per ciò, sarà più breve di 227 chilometri della prima, di 179 della seconda. Ed è bene rammentare, che, insino a Bologna, da Foggia corron soli 527 chilometri, mentre che da Napoli se ne contano 789 per la via di Ancona, 746 per quella di Firenze.
Ma più che per fini tecnici, militari ed economici, di grave interesse è la linea Foggia-Potenza per motivi essenzialmente politici. Chi crede che le strade ferrate, nell’ Italia Meridionale specialmente, sono meno un fatto industriale che un pubblico esercizio di Stato, perché indispensabili all’assicurazione de’ beni e delle persone, e cagioni supreme di coesistenza, di civiltà e di progresso: quegli non può non vedere, a prima giunta, di quanta utilità sociale debba essere una via, che nel cuore del Mezzogiorno, in luoghi già tanto abbandonati, affratella un gran numero di abitanti, e questi ricongiunge, per le Murge di Puglia e l’Appenninodel Principato, a’ tre mari dalla penisola. Sfugge, in tal caso, ogni rapporto finanziario tra lo sviluppo della viabilità e la potenza commerciale: e, da ultimo, alla osservazione non avanza se non un criterio del tutto morale, impossibile veramente ad essere valutato in numeri.
La linea Foggia-Potenza, nel primo suo tratto di cinquanta chilometri da Foggia a Santa Venere, è già tutta aperta all’esercizio; del secondo, che va da Santa Venere a Potenza, essendo ormai risoluta la questione del tracciato, sono in corso di esecuzione gli studi definitivi, a norma del progetto di massima degl’ingegneri governativi Fabris e Ferrucci.