
I percorsi di Giustino Fortunato
date
1907
author
title
Commemorazione di Emanuele Gianturco
summary
bibliography
- Fa parte di: "Il Mezzogiorno e lo Stato italiano. Discorsi politici (1880-1910), vol. II, Bari, Laterza, 1911, pp. 383-386.
teibody
Consentite, onorevoli colleghi, che in nome de' deputati della provincia di
Se — or sono tre anni —
Ben dunque si appose chi lo disse uomo dalle molte anime, poiché, in realtà, egli fu tra' pochi privilegiati, per i quali tutte le manifestazioni della vita intellettiva si traducono assai facilmente in attività vere, non immaginarie né fugaci. «Chi non stima la vita, non la merita»: questo il celebre motto leonardiano, che gli fu guida e divisa, da' primi anni giovanili, nell'operoso vario cammino della propria esistenza.
Vario il cammino, e con equo sereno passo percorso; ma breve, pur troppo: che il terribile male, da lui eroicamente affrontato, tutt'a un tratto gì' insidiò e gli spense la vita, cinquantenne appena, — lui primo a sparire dal novero de' maggiori nostri uomini politici, cresciuti ed educati dopo il '60; gliela spense poco avanti il pieno suo meriggio, allora che alla gloria del nome poc'altro mancava, se già gloria non è, ed io fermamente credo che sia, l'aver data soluzione, negli ultimi febbrili mesi della sua carriera ministeriale, a tutte le più gravi urgenti questioni riguardanti la politica generale de' pubblici trasporti: se gloria non è, e la commossa riconoscenza del popolo napoletano dice che sia, l'avere condotto a termine e il riordinamento degli edifizi universitari e, più ancora, i nuovi provvedimenti per l'assetto industriale di Napoli, la città di sua elezione e di lavoro, la patria de' cari suoi figli. Breve, pur troppo, quel cammino; assai breve, in particolar modo, per noi suoi comprovinciali, che a lui ormai sapevamo di essere tanto più spiritualmente avvinti quanto meno l'assenza e la lontananza avevan potuto, come che fosse, scemare in veruna guisa l'affetto e la stima, che sempre con lui ci avevano fraternamente uniti (bene).
Perché, onorevoli colleghi, la scelta che egli fece di rappresentar Napoli, non significò punto né oblio né abbandono dei primi suoi amici e compagni; che, anzi, da allora il generoso cuore egli volse più intento alla provincia nativa, molte volte affermando, che oggi più che mai sentiva di amarla passionatamente, di doverla ognora amare, soleva ripetere, per la memoria de' dolori sofferti da' padri, per la fiducia che a’ figli sarà un giorno fatta giustizia. E con che calda tenerezza, con quale irrequieta bramosia di indagane egli aveva ripreso a studiare l'immane problema della emigrazione, vivamente interessandosi alla triste sorte di tutta una regione, condannata poco meno che a rimaner vota di abitanti; già or sono alcuni anni, se rammentate, egli aveva costituito del suo, presso il dicastero degli Esteri, co' lucri professionali della causa per il naufragio della «Utopia», un primo fondo speciale di sussidi per i contadini emigranti della provincia, intitolandolo all'amato nome di quella che gli fu degnissima consorte in vita, come gli è stata, ahimè!, suprema consolatrice al capezzale di morte. E si riprometteva, intanto, di visitarla più spesso, di percorrerla tutta, la vasta nuda silenziosa terra de' suoi padri, — verso la quale era sempre diretta la più fervida ambizione della sua vita politica: riscattare, cioè, redimere dalla doppia servitù della miseria e della ignoranza coloro in mezzo a cui era nato, e da' quali, fanciullo, si diparti sconosciuto in cerca della fortuna. La fortuna, soggiungeva, gli aveva sorriso, ed egli voleva ripagare di tutto sé stesso quelli che lui, poco più che trentenne, elessero unanimi loro rappresentante al Parlamento. Come dimenticare quel felice tempo, passato ormai da anni?
«Oh fiore della primavera intellettuale lucana», esclamava, due anni e mezzo fa, sul feretro del suo e nostro amico
Or io, e insieme con me i pochi superstiti di que’ lontani anni, oh, noi non ignoriamo d'aver fatta opera pur troppo scarsa, andata già, o prossima ad andare, in dimenticanza! se il buon volere non mancò, le forze fallirono, e non ingiusto ma pietoso scenderà su di noi l'oblio. Ma un pensiero ci conforta, ed è che di quella opera, molto più in là degli stessi suoi fini immediati, ben oltre i confini della povera nostra provincia, un nome sopravviverà a lungo, assai dopo il pianto e la esaltazione dell'ora novissima (bene!]); un nome non pure familiare a' più umili abitatori del patrio
Per questo, ed anche perché non immemore del molto bene morale che a me venne da lui, mio amico e fratello della prima sua giovinezza, voi permettete io ascriva a grande onore poter qui risalutare, da parte di tutti i deputati di
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