Il 21 di questo mese ebbe luogo l’inaugurazione del tronco ferroviario Potenza-Rionero.
Come era stabilito alle 11:20 ant. Giunsero alla stazione di Potenza inferiore le LL. EE. Prinetti, Branca e Gianturco accompagnate da S. E. il comm. De Martino sotto segretario di Stato al ministero dei Lavori Pubblici, dal comm. Miraglia, direttore generale del Banco di Napoli, dal comm. Borgnini direttore generale della rete Adriatica e comm. Tabarrini, consigliere d’amministrazione della stessa rete; ai deputati Senise, Balenzano, De Nava, Bonavoglia ai quali si aggiunsero gli on. Fortunato, Grippo e Materi.
Alla stazione si fecero trovare pel ricevimento l’on. Prefetto comm- Rambelli, i senatori Del Zio, De Filpo, il presidente del consiglio provinciale senatore Senise il Presidente della Deputazione cav. Lichinchi con tutto il consiglio provinciale, il sindaco cav. Martorano con la Giunta l’intendente di finanza cav. Ulivieri, il Presidente della Corte d’Appello cav. Aschettini, il procuratore Generale cav. Mancini, tutti i consiglieri della Corte d’Appello, il presidente del Tribunale cav. De Ruggiero, i giudici, il procuratore Calabrese, il presidente del Tribunale di Melfi cav. Stendardo, col procuratore del re Mercuri, i sindaci di Avigliano, Acerenza, Pietragalla, Forenza, Rionero, Barile, Melfi, Atella, Ripacandida e tutte le altre autorità nonchè moltissimi cittadini.
Fatte le presentazioni delle autorità, tutti gli invitati presero posto nel treno speciale che li portò alla stazione di Potenza Superiore ove era stato preparato un vasto padiglione riccamente addobbato e nel quale seguì il banchetto che fu veramente suntuoso e degno della casa Doney e Nipoti di Firenze.
Inutile dire che il servizio fu ammirevole ed inappuntabile e ciò pel gran numero del personale dei camerieri (100 circa) per 280 coperti.
Alla tavola d’onore sedevano al centro S. E. Prinetti avente a destra il comm. Borgnini, direttore generale delle ferrovie meridionali ed a sinistra il comm. Tabarrini consigliere d’amministrazione della stessa. E poi secondo il loro grado, il senatore Senise presidente del Consiglio provinciale, i senatori Del Zio e De Filpo, il vescovo monsignor Durante, gli onorev. Fortunato, Francesco Paolo Materi, Grippo, Senise, Balenzano, De Nava, Bonavoglia, il cav. Lichinchi, il cav. Martorano, il comm. Nicola Branca, il cav. Trivigno, il comm. E. Galli capo servizio del movimento e traffico della rete mediterranea ecc. e poi il comm. Lanino direttore dei trasporti della rete Adriatica, il comm. Parvopasso, direttore dei lavori, il cav. Caio capo servizio, il cav. Roddolo sotto capo servizio e cav. Mamoli capo divisione della rete stessa ecc.
Al dessert prese la parola per primo il sindaco della nostra città cav. Martorano e portò il saluto di Potenza ai ministri Prinetti, Branca e Gianturco, nonchè alle autorità e rappresentanze ferroviarie.
A lui seguì l’on. Tommaso Senise, presidente del consiglio provinciale, il quale pronunziò un elevato discorso, in cui espresse il concetto che la provincia era fiera di dare il saluto ai ministri del re, in occasione di un evento così lieto per i destini della Basilicata. Aggiunse che questa forte ed onesta popolazione aveva sentimenti di grande deferenza pel ministro dei LL. PP. che con tanta fermezza e vigore reggeva l’importante dicastero nel quale aveva portato una nota di verità e di attaccamento alla finanza dello Stato. Conchiuse con l’invitare i convitati a portar in alto i cuori ed alzare i calici in onore del re e della dinastia, cui è indissolubilmente collegato il destino della patria e l’avvenire della nazione. […]
[…] Il Presidente della Camera di Commercio comm. Nicola Branca in nome del consesso commerciale, che egli tanto degnamente rappresenta, lesse belle e sentite parole inneggianti alla prosperità del commercio della provincia ed al miglioramento economico di essa. Saluta nell’avvenimento dell’inaugurazione il principio di tempi migliori, ricordando all’uopo che la Lucania fu ed è sempre la terra del patriottismo nel mezzogiorno d’Italia. Infine pose termine al suo dire brindando al re, alla regina ed ai Principi Reali.
A nome di amministrazione del consiglio della rete Adriatica il comm. Tabarrini si felicitò di potere salutare di persona Potenza, come qualche giorno addietro aveva portato il saluto ad Aquila congiungendo le due città in un augurio di prosperità avvenire e di benessere economico. Diede un saluto ai ministri del re, ed in nome della società si disse lieto di esprimere un sentimento di ringraziamento a tutti gl’intervenuti che avevano onorato di loro presenza il convito.
S. E. il ministro Gianturco incominciò il suo dire mandando un saluto alla falange degli operai, la quale col lavoro delle braccia aveva tanto cooperato alla realizzazione dei voti di questa regione ed all’incremento del commercio. Rivolse un saluto al direttore generale della rete Adriatica comm. Borgnini, fratello dell’insigne procuratore generale della corte di Cassazione di Torino comm. Giuseppe Borgnini, verso il quale, egli disse, di avere affetto e riverenza grandissima. Ricordò un altro assente l’on. prof. Plastino benemerito propugnatore delle Ofantine e che per ragioni di salute era lontano da questa festa; infine rammentò che assente era pure il reggimento che ha sede in questa città, occupato alle grandi manovre nella plaga del Vulture ed inviò all’esercito un saluto di cuore, a questo che egli disse, scuola di nobili ideali, e tutela della libertà e dell’indipendenza della patria.
Prese la parola S.E. Ascanio Branca, ministro delle Finanze. Egli ricordò che le strade e le ferrovie possono bene paragonarsi alle arterie delle vene dell’organismo; se in queste vene vi scorre sangue, la vita è florida e l’esistenza è felice. Così per le ferrovie e per le strade; se il paese su di esse col lavoro, coll’attività e col risparmio fa rifluire abbondanti prodotti, il benessere economico è grande, e le strade servono ad una indiscutibile utilità. Salutò il senatore Del Zio che egli appellò il vecchio veggente della leggenda ferroviaria Ofantina e terminò brindando al benessere della provincia e della nazione.
S. E. Prinetti pronunziò un breve ma applaudito discorso. Rispondendo ai precedenti oratori disse, che mentre egli ringraziava commosso delle attestazioni di affetto e di stima, salutava il lieto avvenimento dell’inaugurazione di questo nuovo tronco di ferrovia con l’augurio di prosperità e di benessere alla regione lucana. Avvertiva però che le ferrovie sono i mezzi, per il facile scambio dei prodotti nel mondo, ma che innanzi tutto bisognava ravvivare le fonti della ricchezza alquanto esauste, e queste fonti erano tre, il lavoro, la terra ed il capitale. Disse che bisognava metter un termine ed un limite ai tributi che tormentavano anche troppo il contribuente italiano, e che in Italia bisognava principalmente dare maggiore importanza, senza di che nessuna azione può sperare di raggiungere migliori destini.
Concluse infine che era ben lieto di constatare che il governo nazionale con la costruzione di parecchie migliaia di chilometri di ferrovia aveva mantenuto gli impegni innanzi alle popolazioni. Beveva perciò alla prosperità dell’Italia e della gloriosa dinastia Sabauda.
Il venerando comm. Borgnini, direttore generale della rete Adriatica, una maschia e nobile figura di gentiluomo e di funzionario ringraziò gl’intervenuti per essere accorsi numerosi alla festa del lavoro e della civiltà; ed in nome della Società Adriatica si rese interprete dei sentimenti da cui era animata nell’avere compiuti tanti così importanti lavori ferroviarii, dando pane ed aiuto alla numerosa classe degli operai. Brindò quindi all’avvenire prossimo di queste contrade.
Seguì immediatamente l’on. Senatore Del Zio che con calda ed ispirata parola ringraziò tutti coloro che avevano rivolto a lui un saluto gentile per l’opera faticosa e patriottica spesa per affrettare la costruzione delle Ofantine. – Con rara modestia disse, che egli poco aveva fatto, ma che era lieto di vedere compiuta un’opera per la quale tanti si erano affaticati – e conchiuse anche egli col brindare alla prosperità del paese.
Parlò quindi il presidente della deputazione provinciale cav. Lichinchi. Con parola alta e sentita disse che per la verità della storia gran lode era dovuta a Giustino Fortunato per la costruzione di questa importante rete ferroviaria, facendo notare che di ciò gli si doveva gratitudine perenne, e che un tale sentimento era il più nobile ed il più gentile che nell’animo lucano allignasse. Rilevò che lo stato italiano molto aveva fatto in prò di queste contrade, altri voti aspettano una non lontana e favorevole soddisfazione. Altre valli importanti e fertili della Lucania attendevano il lieto saluto della vaporiera, e prima fra tutte la valle dell’Agri, la terra più fertile e più lussureggiante della Basilicata.
Che in quell’ampia distesa di terre feraci, bagnate dall’onda di un fiume di acque abbondantissime, riscaldate perennemente da un raggio caldo di sole, è, una ingiustizia che lo stato non avesse pensato di far correre la vaporiera, apportatrice di benessere nel commercio, nelle industrie e nella produzione agricola.
L’oratore si augurò che nell’ora non lontana di floridezza per la finanza dello stato, abbia un termine l’oblio nel quale tanta ricchezza e tanto splendore di terre da così lungo tempo erano rimasti abbandonati. Soggiunse inoltre che lo stato non alla sola viabilità ferroviaria dovesse guardare. Innanzi tutto disse doversi compiere la rete stradale ordinaria, completare le strade nazionali e quelle di serie, la sospensione de’ quali lavori ha grandemente nociuto agli interessi agricoli di tanta parte della provincia imperocchè in terre montuose, come quelle della Basilicata, il maggiore assegnamento si può e si deve fare su questa viabilità meno clamorosa, ma più seriamente benefica ed utile. Ricordando una frase del ministro, che lo stato italiano dovesse porre un limite all’imposizione dei tributi, egli disse che era da sperarsi che una così autorevole parola fosse diventata innegabile realtà e che finalmente si fosse posto un fine alle tormentose angustie, nelle quali disperatamente si dibatte la produzione nazionale.
Concluse dicendo che in questa regione di forti e oneste popolazioni, non ispirate da sensi di torbide passioni e d’incomposti desideri, è innato l’amore ai grandi ideali di patria e di progresso e che a questi grandi ideali egli brindava.
Sorse in ultimo la nobile figura di Monsignor Durante, vescovo di questa diocesi, la cui presenza produsse negli animi di tutti la più profonda compiacenza, come attrasse sul degno prelato la generale simpatia. Egli lesse un breve, eloquente ed ammirato discorso, nel quale primeggiò il pensiero che la fede cristiana è sola capace di spiegare i miracoli dell’opera dell’uomo, com’è sola ad interpretare le divine ispirazioni dell’Onnipotente. Con rara felicità di parola e di pensiero ritrasse l’opera dell’uomo nel secondare i miracoli della divinità, ed in ciò fu davvero felice e destò in tutti la più calda ammirazione.
Contemporaneamente a questo sontuoso banchetto se ne teneva un altro più modesto, ma non meno cordiale, al Ristorante della Stazione di Potenza superiore, dato pure dalla società adriatica a tutto il personale del treno straordinario e ad altri impiegati.
Il pranzo fu servito, egregiamente e con soddisfazione dei convitati, dal sig. Luigi Ferrara, proprietario del Lucano, che ha preso il buffet della nuova stazione, coadiuvato dal cameriere Oreste, di cui più d’una volta abbiamo dovuto fare gli elogi.
Finito il banchetto i ministri, le autorità, le rappresentanze e tutti gli invitati presero posto in un treno speciale per la visita della linea. Peccato che un tempo davvero infernale non permise di potere ammirare le importanti costruzioni che lungo la linea vi sono ed il ridente paesaggio che in tanti punti si presenta allo sguardo. Non ostante ciò le stazioni percorse erano imbandierate, in quella di Castel Lagopesole eravi l’avv. Ferri venuto appositamente da Roma a rappresentare il Principe Doria Pamphili, il Sig. Luigi Corbo e molti cittadini dei villaggi vicini.
Accoglienze calde ed entusiastiche si ebbero a RioneroRionero ed a Melfi, nella quale ultima stazione fu servito dalla società Adriatica a tutti gl’invitati e autorità e cittadini un sontuoso rinfresco. A sera inoltrata si fece ritorno alla stazione di Potenza. Per l’ora tarda S. E. Prinetti non potè salire in città e la stessa notte con treno speciale fece ritorno alla capitale.
Gli altri ministri ritornarono in città ed in prefettura vi fu ricevimento e gli onori di casa furono fatti con squisita cortesia dal presidente del consiglio e della Deputazione Provinciale. Il municipio fece pure bravamente gli onori di casa.
Fatta così la narrazione della festa è debito nostro di onore di far menzione di un uomo illustre che fu lontano col corpo, ma presente con lo spirito a questo avvenimento: il comm. Giuseppe Pessione vice direttore generale della rete Adriatica, uno dei più illustri tra gli ingegneri d’Italia al quale va dovuto in gran parte l’importante avvenimento festeggiato.
Il nome di questo insigne uomo che tanto onora l’Italia è legato indissolubilmente alle più importanti costruzioni ferroviarie. Modesto ed affettuoso di cuore ed abborrente d’adulazione si abbia il nostro saluto.
Siamo lieti di constatare che la benemerita Società delle ferrovie meridionali non poteva meglio festeggiare un sì importante avvenimento, e che il presidente della deputazione provinciale ed il sindaco della città seppero fare ciascuno per la parte propria nel modo più lodevole gli onori di casa.
Molta lode va dovuta pure ai funzionari distintissimi della benemerita arma dei RR. Carabinieri per il modo inappuntabile con cui procedette il servizio alle due stazioni di Potenza e lungo quello della linea. Un bravo si meritano i tre delegati di P. S. Carbonara, Schifini e Michele Marchesiello che in ogni circostanza fanno sempre apprezzare il tatto fine ed intelligente.
Il servizio dei treni nelle due stazioni di Potenza inferiore e superiore fu davvero sorprendente e non si è avuto a notare il benchè lieve appunto. Di ciò è nostro dovere far menzione dei signor cav. Cao, ispettore principale della rete Mediterranea a Taranto, l’ispettore della stessa rete residente alla stazione di Potenza, il Capo stazione sig. Pecoraro ed il sig. Gallo Fioravante per avere impartiti ed eseguiti esattamente tutte le disposizioni e gli ordini per i tanti treni straordinari che in un giorno si dovettero approntare senza turbare di un sol minuto l’ordinario servizio.
Al bravo giovane poi sig. Berardino Buontempo, capo stazione di Potenza Superiore, noi rivolgiamo una sincera parola di encomio per avere da disimpegnato il suo dovere con rara abilità e gentilezza.
Abbiamo con gran piacere rivisto e salutato l’amico carissimo il comm. Enrico Galli, Capo servizio del movimento e traffico della rete mediterranea. Modesto ed intelligente funzionario il comm. Galli pel carattere franco e leale, per la specchiata probità a Napoli gode meritata stima e rispetto di tutti. Popolarissimo, è idolatrato dalla classe operaia che in Enrico Galli ha un vero protettore ed efficace sostenitore.
Chiudiamo il resoconto di questa festa, dicendo che la giornata del 21 settembre resterà indimenticabile nella memoria di tutti questi della Lucania – perchè per la Lucania segna il principio di un più lieto avvenire, sia commerciale, sia civile.