Storia dello “Studium” di Napoli in età sveva

date

[1253?; 1259?]

title

Doc. 18

summary

Lettera di Nicola da Rocca a tale maestro Pietro perché gli venga concesso dal cetus doctorum il permesso di tenere, nella sua zona di origine, un pubblico corso di ars dictaminis durante il periodo estivo, nonostante fossero vietate, nel regno, tutte le scuole locali.

Il documento potrebbe essere datato al 1253, se ci si basa sul fatto che nel doc. 15, databile appunto al 1253, Corrado si rivolge a Pietro de Casoli (ma in alcuni testimoni è riportato il nome di Pietro de Hibernia), perché venga a insegnare presso lo Studium spostato a Salerno. Dunque, Pietro de Casoli potrebbe essere anche il rappresentante del cetus doctorum cui si rivolge Nicola. Ma il documento potrebbe anche essere datato al 1259, perché anche in quella data, come evinciamo dai docc. 18 e 19, vennero vietate le scuole locali. Sembra meno probabile, invece, una datazione precedente, perché, sebbene il divieto di insegnamento nelle scuole locali fosse già espresso nella lettera di fondazione del 1224 (doc. 1), esso viene attestato in maniera perentoria solo nei docc. 16, 18 e 19. Del resto, alla fine di questa lettera, viene usata l’espressione «generale studium», che, come abbiamo visto supra alle pp. 37-38, sembra che sia stata usata solo a partire dall’età di Corrado e Manfredi.

bibliography

  • Ed. di riferimento: Delle Donne 2010, doc. 17 pp. 123-124
  • Ed. precedenti: HB Pierre, pp. 382-383, n. 85 (dal ms. P); Nicola da Rocca, pp. 48-49, n. 29 (dal ms. P)
  • Ms.: P, c. 115v

teibody

Magistro Petro Nicolaus de Rocca .

Sul personaggio cfr. l’introduzione a Nicola da Rocca, Epistolae cit., pp. XII-XVIII. Risulta attestato anche un nipote omonimo su cui cfr. ivi, pp. XIXXX. Potrebbe trattarsi di Pietro de Casoli, cui è indirizzato il doc. 15, o di Pietro de Hibernia, che fu maestro di Tommaso d’Aquino: sui personaggi cfr. il doc. 15, nonché la nota 6 al doc. 1. Non credo plausibile che si possa trattare di Pier della Vigna, non solo per i problemi di datazione che abbiamo prospettato nella nota precedente, ma anche perché nel ms. P, in genere, si fa riferimento al dictator capuano indicandolo col nome completo Petrus de Vinea. Inoltre, se Nicola si fosse rivolto a Pier della Vigna, probabilmente, ricorrendo insistentemente alla metafora botanica della coltivazione, non si sarebbe lasciato sfuggire il gioco di parole incentrato su vinea, come fa, ad es., nell’elogio contenuto in Petrus de Vinea, Epist., III 45 (= Nicola da Rocca, Epistolae cit., n. 15).

Si arbitrantis non fallatur opinio et opinantis arbitrium non fraudetur, inter omnia que divina potentia doctrine vestre gratificari posset, nil profecto vobis iocundius extimo quam si vestre fecunditatis gremium nove prolis fetum multiplicet, ad hoc ut, scientie poculis satiando famelicos, qui velut filii a vestris dependent uberibus, extendatis palmites vestre generose propaginis in scolares. Hec sunt namque docentis ad discipulum certissima pignora, dum plantat in alium quod in se novit esse plantatum. Nam licet vite spiraculum pereat, non tamen deperit in doctrina; licet ut homo desinat, non tamen desinit ut magister. Interest ergo vestra cuius uterus semper genuit indefessus et parere novos filios non desistit, vestra fovere plantamina et plantas si que succreverint irrigare. Inter quos, tamquam minimus, qui vester sum totus, cum in florum et frondium productione prodierim, ut fructus pariam, tanto fortius moveri debet sinus vestre prudentie, quanto felicius exaltantur fame vestre preconia et novum constituitis plantatorem.

Cum igitur in proprii natalis partibus, instinctu quorumdam scolarium, in arte dictaminis proposuerim aliquid implicitum explicare et estivi temporis dies, qui mihi ad requiem post cotidianos labores hyemis conceduntur, ad communem utilitatem studentium consumare, per vestre peto discretionis gratiam, a cetu doctorum omnium mihi licentiam impetrari, ut, licet particularia studia sint penitus interdicta, mihi ad gratiam – cum tempus nunc instet – generalis studii, docendi remedium concedatur.

Nicola proveniva da Rocca Guglielma, corrispondente a una frazione dell’attuale Esperia, posta a circa 20 km. da Montecassino. Sul significato dell’espressione «docendi remedium» cfr. supra, p. 48.

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